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Adolescenti on line: Safer Internet Day

Oggi 8 febbraio giornata del Safer Internet Day sono state organizzate  diverse iniziative per parlare della sicurezza online. Per l’occasione Doxa Kids ha condotto un’indagine per telefono azzurro. I dati sono molto recenti perchè  La ricerca di Telefono Azzurro è stata condotta  tra il 25 gennaio e il primo febbraio 2022 e ha coinvolto un campione di 855 genitori e 815 giovani tra i 12 e i 18 anni.

Cito solo alcuni dati che meritano attenzione e rinvio alla consultazione della ricerca. L’indagine ha approfondito in particolare il cosiddetto binge-gaming, ovvero l’uso compulsivo dei videogiochi. Dalla ricerca emerge che oltre la metà dei giovanissimi (53%) gioca online da una a 3 ore al giorno.

Tra  le maggiori paure dei genitori c’è il timore che i figli possano essere adescati a scopo sessuale(63%) e per il 38% che possano essere vittime di bullismo o parteciparea  a sfide pericolose (per il 29%). Inoltre gli adulti temono che i ragazzi possano condivdere dati personali  (21%) o ricevere richieste di invio di foto intime (25%)

Interessanti anche i dati sull’influenza che le abitudini online hanno sulla vita di relazione dei giovani.
Per il 67% dei giovani, internet ha influenza sulle relazioni amicali, sulla reputazione (58%) e sulle relazioni sentimentali (72%). Per il 70% dei genitori il tempo che i figli trascorrono on line influisce sulle relazioni amicali e per il 48% sulle trelazioni senimentali.

Vale sempre la pena ricordare che le tecnologie e i social ormai fanno parte delle nostre vite, e quindi è ancora più importante prestare attenzione all’uso che ne viene fatto. Per questo è necessario attuare un’educazione alle tecnologie, in famiglia e a scuola, considerando non solo i tempi ma anche i modi di utilizzo; è importante, infatti, che si educhi a un loro uso corretto e rispettoso.

Fonti:

Italian tech, Amicizie, binge gaming, acquisti online e il caos sul metaverso: cosa fanno gli adolescenti on line.

Generazioni connesse

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Scritto da: Letizia Mannino

Stato di ‘salute’ del paese

Il rapporto annuale del CENSIS registra lo stato del paese e anche alcuni cambiamenti emergenti a causa della pandemia. E a questo proposito fa riferimento a una irrazionalità che si sta infiltrando nel tessuto sociale. Per esempio il 5,9% degli italiani ritiene che il covid non esiste e il 10,9% che il vaccino sia inutile.

Tra i vari punti a cui fa riferimento il rapporto anche qualche dato sul livello di scolarità. Un terzo degli occupati possiede al massimo la licenza media. Anche tra i quasi  5 milioni circa di occupati  con età fra i 15-34, il 19.2 % (quasi un milione) ha conseguito al massimo la licenza media, mentre il 54,2% un diploma e il 26,6% la laurea. Un altro dato poco incoraggiante è la scarsa importanza che i giovani attribuiscono  all’investimento sulla formazione. Infatti l’87.4% non riconoscerebbe una correlazione diretta tra l’impegno nella formazione e la prospettiva di avere un lavoro stabile e adeguatamente remunerato.

Un ulteriore elemento emerso riguarda la progettualità delle nuove famiglie e per le quali la pandemia ha avuto un certi impatto. Secondo un ‘indagine del Censis poco prima della pandemoa il 33,1% dei capofamiglia con meno di 45 anni aveva l’intenzione di sposarsi o di convivere e il 29,8% di avere un figlio; mentre soltanto il 26,5% ha proseguito nei progetti e in un caso su dieci il progetto è stato annullato. Il 55,3% delle famiglie che aveva il desiderio di avere un figlio ha deciso di rinviare e l’11% circa ha deciso di rinunciare.

Per maggiori informazioni sul rapporto è possibile consultare il sito del censis

Rapporto Censis

 

Scritto da: Letizia Mannino

Manca la scuola…

Potrebbe sembrare strano ma non solo i genitori vorrebbero che le scuole riaprissero.

Nei giorni scorsi il quotidiano La  Stampa ha pubblicato la lettera alla scuola scritta da un alunno delle scuole superiori di Trento.

Oggi sul  Corriere della Sera la lettera scritta da una bimba di nome Adele, che frequenta la terza elementare a Riccione, al Presidente Mattarella per chiedere se è possibile riaprire le scuole. La bimba mostra senso di responsabilità «Magari andiamo con la mascherina, i guanti, e tra compagni non ci prestiamo le cose, stiamo meno ore. La prego per favore, riapra le scuola».

E ancora Adele spiega  che tra video riunioni e schede non impara nulla , gli mancano le maestre …” senza scuola sono persa tra le nuvole”.

Fonte:

Corriere della Sera, “Coronavirus, la lettera di Adele: «Caro signor Mattarella, senza scuola sono persa tra le nuvole. La riapra”

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Scritto da: Letizia Mannino

Economia per l’individuo

Con l’emergenza coronavirus molti nodi stanno venendo a pettine. Tra i tanti nodi,  il problema del lavoro. Infatti la criticità del momento sta facendo emergere come non tutte le categorie di lavoratori sono ugualmente tutelate e pertanto in presenza di un lockdown alcune persone si potranno trovare più facilmente di altre  completamente senza reddito o con risorse ridotte.

Può essere utile affrontare questo argomento perché il lavoro è fondamentale per l’individuo e la sua realizzazione a livello personale e familiare; pertanto è strettamente connesso con l’equilibrio emotivo. Ovviamente l’argomento è complesso e si intrecciano fra di loro diversi temi. In questo contesto si vuole affrontare soltanto l’aspetto umano e sociale del lavoro. In questi giorni si sente spesso che la pandemia cambierà molte cose . E’ auspicabile che le criticità della emergenza in corso aiuti a far maturare una nuova concezione del lavoro e una visione che valorizzi il lavoratore e le sue competenze senza appiattirle su una mera ed esclusiva funzione legata alla produttività dell’azienda.

Ogni tanto si legge di strategie attuate da imprenditori che sarebbe auspicabile fossero di ispirazione per tutti. E invece sono di spunto per articoli perché sembrano casi isolati, che quindi fanno ‘notizia’.

In quest’ottica può essere importante ricordare come tante aziende stanno cercando di mettere in atto politiche economiche volte a sostenere e favorire i lavoratori.  Alcune  aziende hanno rinunciato ad applicare la cassa integrazione o hanno aggiunto una quota allo stipendio in modo da mantenerlo al 100%. E’ inevitabile chiedersi se quanto si legge sui quotidiani corrisponderà a ciò che in effetti verrà messo in atto dalle aziende. Purtroppo lo sbilanciamento verso i proclami e l’immagine portano ad avere un atteggiamento cauto verso scelte che sembrano non usuali. Ma per fortuna ogni tanto si legge di imprenditori e amministratori illuminati, che considerano il personale come parte integrante del patrimonio dell’azienda e che quindi sono disponibili a riconoscimenti e gratificazioni.

Di seguito vengono citate solo a titolo di esempio alcune notizie pubblicate da diversi quotidiani, senza avere alcuna pretesa di esaustività; certamente le iniziative intraprese in questo periodo saranno sono tante.

Il pastificio Giovanni Rana  per essere a fianco dei propri dipendenti e di sostegno alle loro famiglie  in un momento di disorientamento e difficoltà ha deciso di applicare una maggiorazione dello stipendio del 25% per ogni giorno lavorato e un ticket mensile straordinario di 400 euro per le spese di babysitting. Inoltre viene prevista una polizza assicurativa dedicata al Covid-19 a favore di tutti i dipendenti compresi quelli in smart working.

Anche il Gruppo Mutti ha deciso di aumentare lo stipendio del 25% ai lavoratori che  stanno permettondo la continuità aziendale per tutta l’emergenza; è stata prevista inoltre un’integrazione assicurativa dedicata al Covid-19.

Ma Rana e Mutti  non sono le uniche Aziende e prevedere  bonus a favore dei lavoratori; infatti nella filiera alimentare hanno previsto provvedimenti in tal senso Ferrero, Heineken, Colussi, Nestlé, Barilla, Lactalis con Galbani e Parmalat.

E mentre alcune aziende aumentano gli stipendi, sembra che alcuni dirigenti rinunciano a una percentuale del loro compenso. Pare abbia deciso in questo senso Mike Manley il Ceo di Fca e lo faranno i membri del Group Executive Council (GEC).

Luxottica invece ha deciso di attuare iniziative sia rivolte ad incrementi economici per i dipendenti che riduzioni per dirigenti e azionisti. Infatti assicura ai lavoratori in cassa integrazione di portare lo stipendio  al 100% e prevede un bonus da 500 euro per i lavoratori che si recano al loro posto di lavoro. Ha deciso,  inoltre, di creare un fondo “anti COVID-19” da 100 milioni, che dovrebbe sostenere i dipendenti in difficoltà e le loro famiglie. Come ulteriore provvedimento hanno stabilito di sospendere il dividendo e di dimezzare i compensi dei consiglieri, riservandosi di rivalutare le misure in seguito in relazione all’andamento nei prossimi mesi.

Sono state ricordate solo alcune delle iniziative assunte dalle Aziende. E da queste può emergere una riflessione circa l’opportunità di mantenere uno stile di attenzione ai lavoratori anche quando questa emergenza sarà finita.

Forse la visione dell’economia e del profitto andrà rivista,  andava rivista. Perché il problema della disoccupazione e della precarietà non è dovuto al coronavirus ma è già presente da anni e richiede un impegno da parte di tutti ad intraprendere comportamenti che tengano conto delle diverse prospettive.

E’ facile immaginare che le politiche aziendali descritte sono state assunte anche per evitare assenze da parte del personale e quindi forse motivate da una logica, seppure più indiretta, di guadagno. Ma intanto sono scelte che sembrano anche a vantaggio dei dipendenti e quindi in questo senso migliori di altre opzioni.

Infatti, delle scelte aziendali citate dovrebbero beneficiare sia gli imprenditori che i dipendenti e le loro famiglie; Il tutto con un effetto positivo a cascata a più livelli.

Per concludere può essere utile prendere a prestito le parole del Prof. Stefano Zamagni  “Questa pandemia ci indica che l’aver mirato al “bene totale” ha prodotto i guasti che stiamo vedendo. Bisogna appunto sostituire all’aggettivo “totale”, l’aggettivo “comune”. Ciò significa che le persone e soprattutto le imprese devono sì operare per restare sul mercato in condizioni di vitalità e sostenibilità economico-finanziaria, ma non solo: l’errore, e qui la responsabilità è anche dei professori di economia, è dire che l’obiettivo dell’impresa è massimizzare il profitto per gli azionisti (shareholder value)”(fonte politica insieme.com).

 

Per approfondire:

La Repubblica, “Del Vecchio (Luxottica): “Sacrifici, non rabbia, per uscire dalla crisi”

Adnkronos, Coronavirus, Giovanni Rana aumenta stipendio ai dipendenti

QuiFinanza, Mutti, aumento di stipendio del 25% e copertura assicurativa

Il Sole24Ore, Coronavirus, anche Ferrero premia i dipendenti. E Manley (Fca) si dimezza lo stipendio

Politica Insieme, Zamagni :”La pandemia cambierà tutto”

 

 

 

Scritto da: Letizia Mannino

Cara scuola….

Il quotidiano ‘La Stampa’ ha pubblicato la lettera scritta da uno studente di un liceo classico di Trento, indirizzata alla scuola.

La lettera di Giacomo, l’autore, ha il pregio di mettere in evidenza ciò che i ragazzi stanno perdendo. Non è solo questione di didattica, una lezione si può tenere in tanti modi. Ma ad alcuni ragazzi mancano i professori, mancano i compagni. E, altro aspetto fondamentale, manca il feedback relazionale. Infatti, come scrive Giacomo: dove sono finite le alzate di mano? Gli sguardi dei prof, quelli dei miei compagni, il suono della campanella? Dov’è la mia bidella preferita? Le relazioni che fine hanno fatto?

Il rischio è che la scuola cosiddetta a distanza risulti più sbilanciata sulla didattica, sulle lezioni, mentre sarebbe importante riuscire a mantenere il filo relazionale che si è perso con il venir meno della quotidianità della scuola.

Ma evidentemente non è stata una scelta programmata e in un attimo, la scuola è passata dalle aule allo schermo…

Fonte:

La Stampa, Cara scuola, ecco cosa mi manca di te

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Scritto da: Letizia Mannino

Dalla pandemia c’è da imparare: quattro lezioni di Zamagni

Su ‘Politica insieme’ è stato pubblicato l’articolo ‘Le quattro lezioni della crisi secondo Zamagni’, un’intervista al professore già presidente dell’Agenzia per il terzo settore, professore alla Johns Hopkins University, preside della Facoltà di economia dell’Università degli Studi di Bologna e presidente della Pontificia accademia delle scienze sociali.

I temi economici riguardano tutti gli ambiti della vita anche quello familiare e dell’individuo. Prenderò, quindi, come spunto due delle lezioni di Zamagni: la prima e la terza.

Ha scritto Erodoto: “Ta pathemata mathemata”, le sofferenze [quelle serie] insegnano. Cosa ci sta insegnando la terribile crisi che dal 21 febbraio ci sta perseguitando?

Secondo Zamagni negli ultimi decenni la cultura ha messo in dispare una delle virtù cardinali: la prudenza. Facendo credere che prudente è il soggetto che teme di prendere decisioni perché non vuole assumersene il rischio. Mentre invece la prudenza è la virtù del voler guardare lontano per mirare al bene comune. Zamagni a questo proposito fa riferimento a come è stata affrontata la Pandemia : “Perché si è atteso fino al 21 febbraio per prendere i primi timidi provvedimenti quando si sapeva da oltre un mese e mezzo che in Cina (e subito dopo in Corea del Sud) il virus andava mietendo vittime? Perché si è fatto credere che la pandemia fosse un caso di cigno nero, cioè un evento imprevedibile, quando invece era stato previsto da almeno tre anni?”.

Credo si possa dire che la prudenza è una virtù  di cui avremmo bisogno in tutti gli ambiti della vita. Ci permette di discernere e valutare bene senza però essere immobilisti. In particolare ci dovrà guidare in questo periodo di emergenza coronavirus nel quale dovremo essere per l’appunto prudenti. Svolgere le diverse attività con spirito cauto al fine di salvaguardare noi stessi, gli altri e tutta la comunità.

E’ una virtù utile nelle relazioni, negli affetti, nel lavoro …in ogni contesto. E come spiega Zamagni sarebbe stata utile anche per affrontare l’emergenza coronavirus.

Talvolta non si è prudenti per timore di incorrere nella disapprovazione altrui. Il comportamento sotteso da prudenza spesso viene valutato a posteriori; quindi se ha permesso di evitare un pericolo o prevenire un esito negativo verrà definita prudenza ma se invece non si verifica nulla di ciò che ha determinato le scelte che si erano considerate prudenti si verrà più facilmente definiti paurosi e allarmisti.

Potremmo dire che la virtù della prudenza necessità di una certa quota di autonomia di giudizio. Senza che diventi presunzione o scarsa attenzione al punto di vista degli altri,  occorre tuttavia mantenere un’adeguata attenzione alla rotta delle proprie valutazioni.

Come anticipato l’altra lezione che vorrei citare è la terza:  “La salute di una persona e di una popolazione è funzione di cinque variabili. Certamente la sanità è la prima di queste, le altre quattro sono: gli stili di vita, le condizioni lavorative, l’ambiente (ecologico), la famiglia

A questo proposito il prof. Zamagni tocca un altro punto rilevante. Occorre certamente mettere mano alle carenze sanitarie che si sono evidenziate nell’emergenza attuale ma non sarà sufficiente se non si presta attenzione anche alle altre variabili: “Per farmi capire: non si muore e non ci si ammala solo a causa del virus, ma anche per la denutrizione (o malnutrizione) o per il senso di isolamento sociale che deriverebbero da una eventuale grave e lunga recessione economica.”  Aggiunge il Prof. Zamagni che ci sarebbe un’altra aggravante che mentre il virus colpisce tutti indistintamente le conseguenze indirette andrebbero a colpire fasce della popolazione più debole e in difficoltà.

E prosegue Zamagni: “Che fare allora? Occorre intervenire, sin da ora, senza aspettare la fine della pandemia (prevista per l’inizio dell’autunno), affinchè il governo dia vita ad un gruppo di lavoro formato da persone competenti, libere da ogni legame di partito e di affari, con forte motivazione intrinseca, al quale chiedere di elaborare, in un lasso di tempo di non più di tre mesi, un piano di rinascita nazionale. Il gruppo dovrà darsi da sé le regole per lo svolgimento della propria missione, senza interferenza alcuna dall’esterno. Il piano verrebbe poi affidato al governo e al parlamento che decideranno in merito. (A scanso di equivoci, un piano non è una lista di proposte – ce ne sono già fin troppe – ma un insieme articolato di progetti). Sarebbe questo un esempio concreto di quella democrazia deliberativa (che non è, beninteso, la democrazia decidente) verso la quale il nostro paese dovrà andare se vorrà vedere l’alba di un nuovo giorno”.

Concluderei dicendo che le lezioni proposte  da Zamagni costituiscono un valido modo per trasformare un evento gravemente avverso come la pandemia nella possibilità di cogliere l’occasione – non scelta e voluta – per ‘aggiustare’ alcune distorsioni che probabilmente hanno contribuito al verificarsi dell’evento stesso.

 

Fonte:

Le quattro lezioni della crisi del Covid 19 di Stefano Zamagni, Politica insieme.com

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Scritto da: Letizia Mannino

Relazioni familiari e emergenza covid

Con l’emergenza Coronavirus si stanno modificando tutte le abitudini  e anche le relazioni affettive devono adeguarsi. Se tutto va bene nelle prossime settimane si riprenderanno progressivamente alcune attività ma sarà ancora necessario usare i distanziamenti fisici per prevenire la circolazione del virus.

E a proposito di cambiamenti sembra che alcune app di dating invitano gli utenti a conoscersi meglio on line e di rinviare l’incontro al dopo pandemia. A New York sono temporaneamente sospesi i matrimoni, al Nord d’Italia chi ha deciso di sposarsi nonostante la pandemia lo ha fatto con mascherina e senza invitati.

In questo periodo è difficile conoscere persone e ancor più ‘uscire insieme’, darsi un appuntamento. Nel caso ci si dovrà vedere a distanza… e sembra un paradosso…

Quanto citato fin adesso riguarda l’incontro, la formazione del rapporto.

Poi ci sono le coppie già formate, che convivono o sposate, con e senza figli. In questo caso cambiano le regole relazionali e della vita dentro casa. Fino a poco tempo fa le coppie nelle quali entrambi i partner lavorano,  erano, generalmente , abituate a vedersi la sera o i giorni festivi. Oggi in molti casi si lavora da casa e si passa la giornata nello stesso luogo; è quindi  necessario pianificare tutto.  Se ci sono i figli andrà ripensata la gestione familiare  in relazione alle loro età. Anche bambini e ragazzi sono a casa e quindi oltre ad organizzare il tempo di studio occorre pensare anche quello di svago per i più piccoli. Conciliare tutto non è semplice. Tanto più che quando parliamo di coppie e famiglie si aprono scenari molto vari e diversi. Ogni nucleo familiare si trova ad affrontare  l’emergenza coronavirus con la sua storia, la sua specifica condizione emotiva, relazionale ed economica. Sulla qualità della nuova suddivisione degli spazi incidono diversi fattori, tra cui evidentemente anche  la dimensione della casa e quanto quest’ultima permette l’organizzazione degli spazi secondo le esigenze di ciascuno. Ma pesa anche la flessibilità e la capacità di adattamento dei componenti della famiglia. L’equilibrio di molte coppie si basa anche sui ritmi abituali in cui gran parte delle ore della giornata vengono trascorse fuori casa per ritrovarsi  quando si rientra la sera. Oggi è tutto diverso. Quindi è evidente che non sarà lo stesso se una famiglia vive in una casa piccola o in una casa grande e ampia.

Ma anche chi avesse una villa seppure non avrà il problema dello spazio, dovrà comunque  riorganizzarsi per trovare il tempo e un luogo dove per ogni attività che i membri della famiglia devono svolgere. I genitori dovranno da una parte ritagliarsi un angolo per poter lavorare e contemporaneamente tenere d’occhio i figli in particolare se ancora piccoli.

Però è importante considerare che i cambiamenti descritti non è detto che costituiscano solo un problema. La necessità di riorganizzarsi può anche portare a dei miglioramenti. Per esempio in queste settimane diversi articoli dei quotidiani sono dedicati a come l’emergenza pandemia sta aiutando a modificare la suddivisione dei ruoli tra padri e madri. I papà che devono rimanere a casa scoprono l’impegno di seguire i figli: la fatica ma anche il positivo di sentirsi maggiormente un riferimento per i bambini. E in particolare nelle situazioni in cui è il papà che lavora da casa mentre la mamma continua a lavorare all’esterno, questa inedita esperienza  permetterà ai padri di comprendere meglio il carico abituale della moglie.

Inevitabile che laddove il clima relazionale è sereno e c’è armonia l’emergenza coronavirus potrà risultare più affrontabile, anche se non esente da difficoltà. Infatti quando le relazioni in famiglia sono distese e tranquille ci può essere maggiore collaborazione per potere affrontare i disagi che può presentare l’emergenza coronavirus. Mentre laddove sono già presenti tensioni o conflitti bisogna vedere che forma prendono in questo periodo; se vengono attenuati dai nuovi ritmi di vita che impone l’emergenza o se invece vengono amplificati.

In tutti i casi è sempre bene cercare di non esasperare le tensioni. In questo momento può essere opportuno evitare le discussioni rinviandole  a una fase successiva. Per adesso bisognerebbe  cercare di promuovere il dialogo e la comunicazione. E se il nervosismo aumenta meglio fermarsi e rinviare il chiarimento a quando entrambi i partner hanno ritrovato una maggiore calma.

Il periodo è difficile. Ma  c’è una quota di difficoltà che ci riguarda tutti e un’altra individuale. Ricondurre eventuali stati di nervosismo e insofferenza semplicemente al coronavirus potrebbe essere riduttivo perché la reazione di ciascuno risentirà di diverse variabili tra cui quella personale. Tenere presente questo aspetto aiuta a non spiegare gli stati di disagio avvertiti esclusivamente con la situazione imposta dal coronavirus, ma tentare invece una comprensione più articolata che tenga conto della risposta individuale allo stato attuale delle cose. Pertanto tanto più ciascun componente della coppia riesce a comprendere i suoi sentimenti verso la situazione e più facilmente potrà parlarne e aiutare gli altri componenti della famiglia a comprendere eventuali difficoltà. Essere chiari aiuta a prevenire equivoci e fraintendimenti. E per affrontare meglio l’emergenza in corso serve pazienza, capacità di mediazione, sensibilità e comprensione.

Alcune indagini hanno rilevato che in Cina nel periodo post quarantena c’è stato un aumento dei divorzi. Probabilmente se alcune coppie non avessero agito mentre ancora si trovavano in una condizione di stress avrebbero potuto verificare la possibilità di recuperare il rapporto. E’ difficile tenere conto di tutti gli elementi che entrano in gioco. Ma certamente va ricordato che non ci si ritrova tutti a casa perché in vacanza. E quindi lo stato di stress inizia dall’effetto che fa a ciascuno ritrovarsi nella situazione attuale; che come abbiamo già ricordato non è uguale in tutte le regioni, non è uguale per tutte le persone (pensiamo ad esempio a chi ha perso il lavoro o a chi teme per la sua salute), non è uguale per tutte le famiglie.

Quanto descritto merita ulteriore attenzione se ci sono figli.  Il dialogo e la mediazione vanno esercitati con particolare riguardo verso di loro.

La famiglia deve cercare di trovare un nuovo temporaneo equilibrio. Non sappiamo ancora quanto tempo richiederà la gestione della pandemia. Quindi dobbiamo provare ad essere speranzosi ma contemporaneamente cauti e prudenti.

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Scritto da: Letizia Mannino

10 consigli dei pediatri

La Società Italiana di Pediatria (SPI) ha elaborato per i genitori  un breve decalogo che contiene 10 consigli per organizzare al meglio la giornata dei bambini in questo periodo di permanenza a casa.

Si suggerisce di organizzare la giornata come se i bambini dovessero andare a scuola, quindi colazione, igiene, attività scolastiche ecc. Sul sito della Società si trova uno schema della giornata.

L’attenzione viene posta su diverse attività tra cui: l’importanza di mantenere una routine e di rispettare delle regole igieniche (lavarsi bene le mani); inoltre è utile favorire una progressiva responsabilizzazione che sia adeguata all’eta dei bambini, mantenere con regolarità i rapporti con compagni e parenti, organizzarsi per fare attività fisica in casa o sul balone (o in giardino). In questo periodo in cui anche molti genitori si trovano a lavorare a casa, è utile convolgere i bambini nelle diverse attività quotidiane come per esempio cucinare, riordinare ecc. Inoltre è importante evitare di far trascorerre ai piccoli troppo tempo davanti al televisore o al computer.

Fonte :

Poster ‘Stiamo a casa’, le attività suggerite dalla SPI

Società Italiana di Pediatria – SPI

Foto Freepik

 

Scritto da: Letizia Mannino

Soluzioni nuove per problemi nuovi

Il coronavirus come oramai appare abbastanza evidente non è solo un problema sanitario ma sta influendo su molteplici aspetti della vita, agendo sia su problemi preesistenti  sia determinandone di nuovi. Tra questi la crisi economica e il problema del lavoro che si stanno aggravando a causa del ‘fermo’ del Paese dovuto al lockd down. Provvedimenti che però si sono resi necessari per contenere e bloccare la diffusione del virus e quindi salvaguardare la salute di tutti i cittadini.

Inoltre ci sono gli effetti provocati dall’improvviso cambiamento delle abitudini relazionali e affettive.  A causa delle restrizioni stanno cambiando gli equilibri familiari e individuali. Occorre riorganizzarsi in modo diverso. E non tutti, per diverse ragioni, hanno la facilità di adattarsi a situazioni nuove. Appare pertanto evidente che la situazione attuale non rappresenta una preoccupazione solo per la salute ma in misura diversa investe i diversi ambiti dell’esistenza.

I Governi stanno prendendo delle decisioni per far fronte all’emergenza sanitaria.  Ma poi ciascun individuo dovrà recepire i cambiamenti di vita che richiedono i provvedimenti del Governo e cercare di individuare delle strategie nuove per integrare le ‘attuali regole’ nel proprio contesto lavorativo, personale e familiare.

Interessante un’intervista uscita sull’Agenzia Ansa all’economista Baccarani, Emerito di Economia e Gestione delle Imprese presso l’Università di Verona  e socio della SIMA (Società Italiana di management) di cui vorrei citare solo alcuni punti.

Per l’economista è venuto meno il senso di onnipotenza e invulnerabilità a cui la scienza ci aveva abituati; a causa del virus ci  siamo scoperti fragili.

Mi chiedo se il senso di invulnerabilità potrebbe avere influito sul modo con cui è stato valutato il possibile impatto del virus e sulla scelta delle strategie che sono state messe in campo inizialmente.

L’altro punto che vorrei citare è più strettamente connesso al tema del lavoro. Baccarani spiega come il contesto ambientale in cui le imprese agiscono è diventato iper-complesso a causa del virus e che per far fronte a questo nuovo scenario le imprese dovrebbero tenere conto di tre linee di azione: l ’armonizzazione dell’emergenza e della prospettiva, la rimodulazione del processo decisionale, il consolidamento e il rafforzamento della fiducia che scorre nelle relazioni aziendali.

In questa sede voglio soffermarmi sulla rimodulazione del processo decisionale perché costituisce un punto importante e non solo nell’ambito aziendale.

Infatti spiega Baccarani che la rimodulazione del processo decisionale richiede la  consapevolezza che l’imprevedibile non può essere affrontato con la sola razionalità ma neppure solo con l’intuito,  occorre trovare una sorta di mediazione che poi al dunque non è altro che il buon senso.

Tornando al cambiamento del contesto aziendale, l’economista chiarisce che occorre “… lasciare spazio anche a scelte fuori dagli schemi consolidati entro i quali ci si è mossi. Così, se i clienti non possono andare in libreria, il libraio può unire la tecnologia dei social e quella della bici per le consegne rimodulando una relazione e arrivando ad immaginare modelli di business inediti” (Fonte articolo Ansa).

Nell’articolo viene toccato un punto importante: situazioni nuove andrebbero affrontate con soluzioni nuove.  Avere presente questa prospettiva può venirci in aiuto nel far fronte ai diversi contesti coinvolti dall’emergenza coronavirus.

Con una certa frequenza le difficoltà vengono acuite dal tentativo di mantenere vecchi schemi che non si adattano più a una situazione che si è modificata.  Per esempio proviamo a pensare a una persona che a causa di un cambiamento nello stato di salute ricevesse indicazione dal medico di modificare il proprio stile di vita; probabilmente l’individuo descritto soffrirebbe di più se continuasse a mettere l’attenzione sulle attività che non può più svolgere oppure se cercasse principalmente di mantenere le vecchie abitudini adattandole. In alcuni casi può essere  più vantaggioso cercare di estrapolare le caratteristiche fondamentali di ciò che si era abituati a fare e individuare  nuove attività che possano essere gratificanti senza allo stesso tempo danneggiare la salute.

Per fare un esempio attuale: se una famiglia composta da genitori e figli cerca di mantenere l’organizzazione abituale della casa (quella che aveva prima della chiusura delle scuole e delle successive restrizioni) si potrebbero generare tensioni e nervosismo. Probabilmente l’esigenze in questo periodo sono diverse. I ragazzi studiano a casa e  molti lavoratori sono in smart working. A partire dalla valutazione delle diverse esigenze di chi deve studiare o  lavorare andranno create delle postazioni di lavoro e forse si dovranno creare dei turni. L’esempio non vuole in alcun modo essere esaustivo;  ma soltanto abbozzare un’idea di cosa potrebbe voler dire che situazioni nuove richiedono soluzioni nuove, applicandolo  alla vita quotidiana, in casa.

Per appronfondire:

Ansa, Non più onnipotenti ma fragili, così il coronavirus ci sta cambiando. L’economista Baccarani, per le aziende si ripartirà con idee e network

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Scritto da: Letizia Mannino

La Scuola ai tempi di #IoRestoaCasa

Come affrontano la scuola ‘a distanza’ le famiglie? Si parla sempre più di frequente di quanto  sono cambiati i rapporti tra genitori e insegnanti  negli anni. Un tempo, non troppo lontano,  un genitore difficilmente avrebbe contraddetto il  parere di un insegnante; oggi invece sempre più di frequente accade che le mamme e i papà sentano di potere entrare nel merito del funzionamento scolastico.

La vignetta di seguito descrive in modo ironico e divertente il comportamento che possono assumere alcuni genitori che non tollerano voti bassi o note ai loro figli.

Ma cosa accade ai tempi del coronavirus quando molte famiglie, spesso uno o entrambi i genitori si  trovano a casa in  smart working?  Intervengono a vigilare i figli?

Sul quotidiano La Repubblica l’articolo “Coronavirus, lezioni a distanza, i genitori prendono la nota: “Smettete di suggerire le risposte ai ragazzi”, descrive alcune situazioni in cui i docenti hanno sentito di dover vigilare per verificare che gli studenti non venissero aiutati.

Va detto che  la gli insegnanti, gli alunni e i genitori sono stati catapultati in questa ‘nuova’ scuola senza preparazione. Tutti si sono trovati a dover fare i conti con una modalità nuova a cui non erano abituati dal punto di vista relazionale, didattico, emotivo ecc.  Infatti seguire una lezione a distanza attiva in tutti gli attori coinvolti aspetti differenti da quelli sperimentati in aula, nel contesto scolastico.

E  proprio perché è saltato il consueto contesto è importante che si crei una collaborazione in modo da cercare di affrontare questo periodo di emergenza coronavirus con il minor danno. Bisognerà pertanto  incoraggiare i ragazzi ad affrontare  seriamente questo periodo perché se ne avvantaggeranno quando riprenderà la scuola.

Ritornando all’articolo del quotidiano ‘La Repubblica’, come già illustra il titolo, viene messo in evidenza come i genitori in alcuni casi cerchino di aiutare i figli con suggerimenti vari. Alcuni insegnanti pertanto per avere un ‘controllo’sulla classe virtuale cercano di utilizzare gli strumenti che offre la tecnologia stessa per vigilare sul fatto che i ragazzi non copino.

Credo che senza indugiare in forme di lassismo vada considerato anche l’aspetto emotivo. Ormai da settimane le vite di tutti sono cambiate in modo significativo. E ancor più il cambiamento si manifesta nelle regioni che sono state  maggiormente interessate dalla diffusione del virus. L’attenzione alla componente emotiva e psicologica non serve per creare una comprensione generica, del tipo tutti promossi ecc. Ma piuttosto è la via per far capire ai ragazzi la serietà della situazione dove ognuno di noi è chiamato a fare la sua parte per quello che gli compete, in modo che le conseguenze di questo periodo non siano ancora maggiori di quello che inevitabilmente saranno. E il compito di studenti, insegnanti e genitori dovrebbe essere collaborare affinché questa fase scolastica legata al coronavirus possa essere portata avanti nel migliore dei modi che la situazione emergenziale consente.

Di questi tempi è importante anche cercare di sorridere; perciò può essere di aiuto l’ironia in quanto consente di  rappresentare alcune situazioni sdrammatizzandole, come il video dell’attrice Mare Amelia Monti mostra:

Video dell’attrice Maria Amelia Monti

Per approdondire:

La Repubblica, “Coronavirus, lezioni a distanza, i genitori prendono la nota: “Smettete di suggerire le risposte ai ragazzi”

Scritto da: Letizia Mannino