E’ opportuno fare una distinzione fra la rilevazione dei dati e la spiegazione che si dà di questi.

Molte persone accettano un lavoro precario ma questo non vuol dire che non desiderino la stabilità. Cercano anche un’attività precaria, la accettano perché sembra la possibilità più realistica, talvolta l’unica.  Quindi si accetta un lavoro precario per necessità, perché non si vede un’alternativa,  magari transitoriamente.

Molto spesso le persone desiderano, hanno bisogno di una relazione stabile e vivono con un senso di fallimento la fine di un rapporto; e non come una sceltà di ‘precarietà’.
Aumentano le separazioni e diminuiscono i matrimoni ma perché accade questo? Quanto è una vera scelta?  Ci sono coppie a cui occorrono anni per separarsi,  è un processo faticoso. I dati statistici non riescono a rendere la variegatezza delle storie individuali.

Comprensibilmente in una società con molti aspetti di ‘instabilità’ (disoccupazione, crisi economica ecc.) è difficile mantenere una stabilità della coppia e della famiglia. Forse la vera sfida, oggi, è proprio quella di riuscire a mantenere la solidità della sfera affettivo/relazionale senza farsi ‘precarizzare’ dal contesto e cadere nelle forme di indivualismo di cui spesso si parla. Anche le Istituzioni dovrebbero attuare politiche del lavoro, sociali ed economiche volte a sostenere la famiglia e non limitarsi a prendere atto delle trasformazioni che la stanno investendo.

Per approfondimenti:

Il Matrimonio in Italia – Rapporto Istat 2013

Articolo del quotidiano ‘La Repubblica’

Di: Letizia Mannino

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *