Purtroppo le notizie sulle conseguenze della crisi economica continuano a non essere buone. secondo il dossier di Openpolis ‘Poveri noi’ elaborato in collaborazione con Action Aid, il welfare italiano non è ancora in grado di rispondere alle nuove forme di difficoltà economica.

Nel 2005 le persone in povertà assoluta erano circa 2 milioni mentre nel 2015 sfiorano i 4,6 milioni, il 7,6 % dei residenti in Italia.

Il lavoro continua ad essere uno dei principali problemi che contribuisce alle difficoltà economiche. Infatti spesso avere un lavoro non basta, occorre vedere se il lavoro è in grado di fornire un reddito adeguato. E purtroppo da quanto dicono i dati in molti casi non è così, perchè negli ultimi 10 anni sarebbero aumentati i contratti di poche ore: arrivano al 28,07% coloro che lavorano tra le 11 e 25 ore settimanali e + 9,06% chi lavora anche meno di 10 ore a settimana.

Inoltre l’Italia è il paese dell’Unione Europea con la più alta percentuale di neet nella fascia di età tra i 15 e i 24 anni. Quest’ultimo dato è importante perché comporta il rischio che una certa percentuale di giovani entri in un circolo vizioso che li farà sentire sempre più senza speranza di un futuro. Ma il fenomeno dei neet andrebbe forse compreso meglio, tenendo conto anche delle difficoltà emotive che questi ragazzi possono incontrare e che contribuiscono a determinare un atteggiamento di ‘ritiro’.

Un altro dato molto problematico riguarda la povertà femminile che spesso deriva dal mancato accesso delle donne al mercato del lavoro in particolare dopo una maternità.

Il dato risulta ancora più allarmante se si considera che oggi le famiglie monoreddito hanno difficoltà a sostenere tutti i costi della gestione familiare.

La famiglia sta cambiando, si parla tanto di calo della natalità, di diminuzione dei matrimoni ma è necessario che lo Stato cerchi delle soluzioni che mettano i giovani nelle condizioni di crearsi una famiglia e chi è meno giovane comunque di riuscire a sostentarsi economicamente, ad avere cura della salute, e che gli anziani possano avere un’assistenza adeguata. E’ fondamentale, altresì, tutelare la maternità. E’ evidente che in momento di crisi del lavoro le donne possono avere difficoltà a metterlo a rischio per avere un figlio. Tanto più che il lavoro serve anche per garantire il sostentamento dei bambini.

Nello stesso tempo non si può solo aspettare che Governo e Istituzioni risolvano i probemi ma è opportuno che ciascuno si attivi nel suo contesto per trovare delle possibili soluzioni volte a realizzare al meglio le proprie potenzialità.

Per approfondire:

Openpolis, Poveri Noi, Esclusione sociale e welfare in Italia tra 2005 e 2015

Minidossier (pdf), Poveri Noi, Eslusione sociale e welfare in Italia tra 2005 e 2015

Foto Pixabay

Di: Letizia Mannino

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