Uno studio condotto dall’Università Bicocca di Milano in collaborazione con la Purdue University dell’Indiana mette in evidenza che la paura di soffrire, sia che si tratti di dolore fisico che psicologico,  può amplificare la percezione del dolore.

I ricercatori hanno condotto alcuni esperimenti coinvolgendo 842 studenti dell’Università americana. Inizialmente è stato chiesto ai partecipanti di autovalutare le proprie reazioni emotive nei confronti di diverse situazioni dolorose e successivamente sono stati coinvolti in alcune prove; una di queste, ad esempio, si chiama “Cold Pressor Task” e consiste nell’immergere la mano nell’acqua a una temperatura che può andare da 5 gradi centigradi a temperatura ambiente (25 gradi centigradi circa). La prova ha evidenziato come coloro che avevano manifestato una maggiore paura nei confronti del dolore fisico hanno sofferto di più quando gli è stato chiesto di tenere la mano nell’acqua fredda.

Lo studio ha mostrato anche una correlazione fra paura del dolore fico ed emotivo; ad esempio chi ha paura di soffrire a causa di un’iniezione potrà avere anche alti livelli di paura rispetto a un possibile tradimento.

Uno dei ricercatori dell’Università milanese, Paola Riva, spiega sulla rivista Pain come la paura costituisca una risposta adattiva, è una sorta di campanello di allarme funzionale ad agire in modo da salvaguardare la propria incolumità fisica o emotiva.

«La paura del dolore che ritengo di provare a causa del contatto della mano su una fiamma accesa fa sì, per esempio, che io eviti di mettere di proposito la mano sul fuoco. E allo stesso modo, la paura del dolore che presumo possa provocarmi l’isolamento sociale mi porta a rispettare quelle norme sociali, la cui violazione potrebbe farmi allontanare dal mio gruppo di riferimento. Tuttavia, livelli di paura moltoalti possono risultare invalidanti in quanto, intensificando a dismisura la percezione del dolore, possono travolgerci in una spirale negativa, di paura e isolamento, che finisce per perpetuare l’effettivo dolore. Ovvero, chi ha molta paura di soffrire cerca di evitare di incappare in quelle situazioni che gli provocano dolore». Fonte: Corriere della Sera del 20 dicembre 2013

Riva precisa che questi risultati sono un primo step per ulteriori ricerche volte ad indagare l’influenza della paura di soffrire sulla percezione dell’intensità del dolore.

Fonte: Corriere della Sera – neuroscienze, del 20 dicembre 2013

http://www.corriere.it/salute/neuroscienze/13_dicembre_20/paura-soffrire-ci-rende-piu-sensibili-dolore-fisico-psicologico-b048a632-695d-11e3-95c3-b5f040bb6318.shtml

Talvolta si è portati a pensare che il dolore e la sofferenza siano in qualche modo “oggettivi” ma in effetti in una certa misura sono legati invece al modo specifico e individuale di ciascuno di attribuire significato ad una esperienza. Per riprendere degli esempi citati nell’articolo, un’iniezione può essere vissuta come un ulteriore dolore fisico o come un’opportunità per curarsi e guarire;  analogamente non tutti reagiscono allo stesso modo alla fine di una storia affettiva.  L’articolo inoltre, mette in evidenza come in alcuni casi un’eccessiva paura della sofferenza possa far sì che, nel tentativo di evitare il dolore, si finisca proprio per alimentarlo.

Nella vignetta, ad esempio, l’ansia relativa all’incontro con la ragazzina dai capelli rossi porta Charlie Brown a nascondersi! In questo modo evita l’incontro temuto ma… anche desiderato, finendo presumibilmente per soffrire comunque!

Di: Letizia Mannino

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