“In ogni momento di crisi, economica e istituzionale, la famiglia si è rivelata l’ammortizzatore segreto ed efficace”, si è espresso in questo modo il sociologo Franco Ferrarotti in un intervista pubblicata su “Avvenire” del 24/09/2013 che parte dalle dichiarazioni del cardinale Bagnasco circa il ruolo della famiglia come cuore e motore del Paese. Commentando il pensiero di Bagnasco secondo il quale si guarda alla famiglia come soggetto che consuma mentre invece è un soggetto che produce Ferrarotti aggiunge: ”L’antica famiglia allargata consumava ciò che produceva; la famiglia nucleare non più, e diventa quindi il facile bersaglio delle campagne pubblicitarie che spingono verso i consumi. Che fare? Ad esempio, dovremmo rivalutare la figura di chi rimane in casa: allevare i figli è l’impresa in assoluto più ardua. Invece oggi è spesso affidata ai media che non accettano alcuna responsabilità etica. Troppi figli si riducono a francobolli appiccicati agli schermi, dove tutto è mescolato, un po’ di Papa e una valanga di crudeltà assortite… La difesa della famiglia dovrebbe presupporre una critica radicale ai contenuti dei media elettronici. Troppi miei colleghi sembrano interessarsi solo alla tecnologia dei mezzi, trascurando i contenuti, in grandissima parte pedagogogicamente devastanti”.

Sul pensiero di Bagnasco circa un eccesso di individualismo ripiegato su se stesso, mentre la famiglia è per la ‘cultura dell’incontro’, Ferrarotti osserva: “ Abbiamo dinanzi a noi un compito enorme. Elaborare e costruire una ‘nuova individualità’, non egolatrica né egocentrica, ma socialmente orientata verso una identità personale che si riconosce e arrichisce con l’incontro e con l’alterità”.

Fonte: Avvenire del 24/09/2013

Lo stralcio di intervista al sociologo Ferrarotti contiene alcuni spunti interessanti. Viene evidenziato come la famiglia possa diventare facile bersaglio delle campagne pubblicitarie; occorre quindi prestare attenzione al rischio che i bisogni, in particolare dei più piccoli, vengano indotti dalla pubblicità in modo diretto o indiretto (perché, per esempio, si crea una moda). Questo non significa chiusura alle novità ma svolgere una funzione di filtro, una attenta valutazione; risulta interessante anche il richiamo specifico ai media e alla necessità di porre attenzione ai loro contenuti e caratteristiche (spesso non educativi) e non solo agli aspetti tecnologici.

Di: Letizia Mannino

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