Sul quotidiano ‘La Repubblica’ un articolo, di Ilvo Diamanti,  I miei studenti che si guardano senza vedersi, che racconta della comunicazione ai tempi delle tecnologie. Un gruppo di studenti seduti intorno a un tavolo che però non sono in comunicazione ‘diretta’ fra di loro ma comunicano all’interno di una chat anche con altri ragazzi. Sono seduti allo stesso tavolo ma non si guardano, la loro attenzione è al tablet, allo smartphone…

E’ un immagine che si ripropone sempre più spesso ai nostri occhi e sulla quale vale la pena di riflettere….

Cosa sta cambiando nei rapporti fra le persone? Come si comportavano dei ragazzi intorno a un tavolo prima del diffondersi, nell’uso quotidiano, dello tecnologie?  Probabilmente i ragazzi  si sarebbero guardati negli occhi, avrebbero scherzato e interagito tra di loro. E’ vero che per i cosiddetti ‘nativi digitali’ le tecnologie sono parte integrante della vita, ma il fatto di avere familiarità con le tecnologie spiega tutto?  situazioni come quella citata, questo modo di ‘relazionarsi’ con gli altri, sempre più frequentemente riguardano anche le persone per le quali lo smartphone, ecc, sono entrati più tardi nelle loro vite. Se si lascia che le comunicazioni ‘mediate’ prendano sempre più spazio anche nelle relazioni ‘vicine’, amicali, familiari e amorose forse si corre il rischio di riuscire a tenersi in contatto con qualcuno che si trova lontano ma di perderlo con qualcuno che invece è vicino… di essere ‘soli’ pur stando in mezzo agli altri…

Immagine, ‘La colazione dei canottieri’ di Pierre A. Renoir

Di: Letizia Mannino

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