Un articolo pubblicato sul Corriere della Sera cita una ricerca della Clemson University apparsa sul Journal of Interpersonal Violence secondo la quale in alcuni casi dietro le schermaglie tra fratelli possono nascondersi atti di vero e proprio bullismo la cui gravità viene spesso ignorata dai genitori e dagli stessi bambini.

Robin Kowalski, docente di psicologia, e il suo team hanno preso in esame la testimonianza di circa trenta coppie di fratelli che hanno riportato di avere avuto esperienze di bullismo in famiglia.  Il dato che ha colpito Kowalki è che al contario di quanto accade, ad esempio, negli episodi di bullismo a scuola dove i “bulli” sono solitamente restii a dichiararsi tali, tra fratelli invece la percentuale di coloro che hanno dichiarato di essere il “carnefice” della situazione è stata maggiore di coloro che si sono sentiti vittima.  E’ come se nell’essere arroganti nei confronti di un fratello i ragazzi si sentissero meno colpevoli rispetto a quando la prepotenza è esercitata verso un compagno di scuola. “Il bullismo tra fratelli” – secondo l’esperta – non sembra essere percepito come un problema, ma viene accettato come qualcosa di normale”.

“Gli episodi di violenza tra fratelli sono spesso ignorati, anche se in realtà sarebbero 4-5 volte più frequenti rispetto a quelli che coinvolgono altri membri della famiglia. Mamma e papà non sembrano indignarsi e preoccuparsi per atti di bullismo tra i loro figli come invece accade quando questi comportamenti si ritrovano a scuola o tra compagni di gioco. E’ importante però che i genitori siano più consapevoli dei rischi che i loro ragazzi corrono e che non chiudano gli occhi davanti a violenze fisiche o verbali attuate da un figlio nei confronti di un altro. Anche perché, secondo gli studi, un bambino, vittima di bullismo da parte del fratello, sarà con più probabilità vittima di bullismo da parte dei compagni. L’ambiente domestico, con la sua stretta convivenza, secondo gli esperti, è uno dei luoghi dove i meccanismi psicologici che danno origine al bullismo possono meglio attecchire. E’ importante dunque far sapere ai ragazzi che violenza e ostilità, anche se esercitate da un fratello, non possono essere tollerate dai genitori. Questi dovrebbero poi promuovere ogni aspetto positivo della relazione tra i loro figli per salvaguardarne il benessere psicologico e il loro futuro senso di autostima”.

Fonte: Corriere della Sera (Salute) del 17 ottobre 2013 – http://www.corriere.it/salute/pediatria/13_ottobre_16/quando-bullismo-fratelli-rischio-che-non-innocuo-cbef3adc-3662-11e3-b4e4-e4dfbe302858.shtml

L’articolo mette in evidenza come è all’interno della famiglia che, principalmente, si dovrebbe imparare a rispettare l’altro e a sentirsi meritevoli di rispetto, sviluppando quindi una buona autostima. E sempre nel contesto familiare e dei primi legani che si dovrebbe cercare di prevenire lo sviluppo di modalità relazionali che possono portare a comportamenti di bullismo, o più genericamente aggressivi, nella relazione con gli altri.

 

Di: Letizia Mannino

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