Fonte La Repubblica – VIDEO

https://www.repubblica.it/rubriche/metropolis/extra/2025/10/16/video/viola_ardone_quando_arri

 

La scrittrice Viola Ardone in una intervista video pubblicata dal quotidiano La Repubblica (16 ottobre) presenta il suo nuovo romanzo ‘Tanta ancora vita’, frase pronunciata da uno dei protagonsti della storia,  Kostya un bambino ucraino che il padre fa partire per raggiungere la nonna Irina che lavora da Vita. Il romanzo è uno spunto per parlare dell’attenzione verso i giovani, sia attraverso la sua esperienza di docente che affrontando altri temi come la genitorialità.

Da insegnante, Ardone racconta che i ragazzi sono pieni di domande e hanno difficoltà a comprendere l’odio che porta alle guerre. Per l’autrice è genitorialità non solo quella biologica ma riguarda una funzione che appartiene a chiunque frequenti i giovani, ‘i bambini sono figli di tutti” cioè tutti possono essere chiamati a proteggerli e sostenerli.

Per l’autrice essere genitori comporta essere pronti a farsi superare e farsi abbandonare dai ragazzi. Quello descritto è un concetto importante perché mette in evidenza l’individualità del percorso dei figli che i genitori devono vedere per le loro caratteristiche e non per quello che vorrebbero. Tuttavia, la teoria dell’attaccamento elaborata da Bowlby e dai suoi collaboratori spiega come la relazione con adulti significativi risulti importante per bambini e adolescenti ai fini dello sviluppo di una buona capacità di autonomia. Quindi non si tratterebbe tanto di abbandonare la famiglia ma di permettere ai giovani di sentirsi liberi di scoprire le proprie capacità e aspirazioni ridefinendo via via la relazione con i genitori e sapendo di poter contare sul loro supporto.

Nel romanzo, Viola Ardone affronta anche altri due temi molto attuali: la depressione e la perdita del desiderio. Per Vita, che ha perso il figlio e il marito la depressione è la malattia dei popoli in pace e per questo ritiene che Irina, il cui figlio si è arruolato non ne soffrirà, perché è impegnata sul fronte esterno.

Ardone, invece, riguardo il desiderio ritiene che in un mondo dove quasi tutto è facilmente accessibile grazie ai cellulari e all’intelligenza artificiale, diventa difficile provarlo davvero perché il desiderio si accende quando c’è qualcosa da cercare ed è lontana, implica un movimento verso l’altro e non può esistere senza distanza.

Di: Letizia Mannino
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