Tutti gli articoli di Letizia Mannino

L’esempio…

Scritto da: Letizia Mannino

Reati pornografici e minori

Sul Corriere della Sera l’articolo “Boom di reati pornografici tra i minori, 76 per cento di casi in più” (di Giuseppe Guastella). Immagini pornografiche di minori che girano nel web e insulti sui social network ricorrono con frequenza fra le indagini della Procura della Repubblica per minorenni di Milano, dove nell’ultimo anno sarebbero aumentate del 76% le denunce di reati di pedofilia e pedopornografia. Il procuratore Monica Frediani segnala: “È un fenomeno diffusissimo che si estende in modo preoccupante ed è frutto della superficialità dei ragazzi e dei loro genitori“.

L’aumento delle denunce sembra essere legato anche ad una maggiore sensibilità verso situazioni che magari in passato restavano sommerse. Inoltre, viene messo in evidenza che i ragazzi spesso non sono consapevoli che far girare immagini personali o intime oltre ad essere un atto indegno costituisce anche un reato.

Nell’articolo si leggono le seguenti parole del Procuratore Frediani: “fenomeno che in parte è frutto di una generalizzata caduta di valori morali, del perdersi, tipico dei social network, del senso di riserbo e del rispetto dell’altrui persona attraverso una condivisione superficiale della propria vita privata, della esaltazione e spettacolarizzazione degli aspetti sessuali“. (fonte Corriere della Sera)

Argomento che, ancora una volta, chiama in causa anche le famiglie. E in effetti, senza arrivare alle situazioni più gravi a cui fa riferimento l’articolo, è in famiglia che principalmente i ragazzi acquisiscono le diverse competenze emotive e relazionali utili a prevenire questi fenomeni: sia rispetto a chi mette in atto comportamenti scorretti se non addirittura reati, sia rispetto a coloro che subiscono. Ed è sempre nell’ambito della famiglia che si dovrebbe apprendere un certo senso del pudore e di rispetto per gli altri utili a prevenire la diffusione di immagini strettamente personali, o più in generale comportameti sleali.

Scritto da: Letizia Mannino

Pericolo alcol tra i minori

Fonte immagine Corriere della Sera

Si comincia a bere sempre prima e si sta diffondendo (anche tra i giovanissimi) il “binge drinking”, cioè il corrispondente di una abbuffata spiega Emanuele Scafato presidente della Società italiana di alcologia e direttore dell’Osservatorio nazionale alcol dell’Istituto Superiore di Sanità in un articolo pubblicato dal Corriere della Sera.

Sta cambiando il modo di percepire chi beve che non è quasi mai considerato ‘drop-out’ dai giovani ma invece viene visto come un tipo “giusto”, uno che “spacca” e il bere è diventato un modo per fare parte del gruppo, per sentirsi disinibiti. Alla domanda se non si tratti solo di bravate e non si esageri con l’allarmamismo Scafato risponde: “Niente affatto, consumare sei o più bicchieri in poche ore e anche una sola volta a settimana conduce, al di sotto dei 25 anni, nel giro di poco tempo, a una riduzione del volume dell’ippocampo, parte del cervello deputata all’orientamento e alla memoria. Il cervello tra i 16 ed i 25 anni va incontro a un rimodellamento che porta alla definizione del cervello adulto, ma l’alcol consumato in questa “finestra” di massima vulnerabilità interferisce sul suo sviluppo, cristallizzando le modalità cognitive e comportamentali in una fase in cui prevale l’attività cerebrale legata all’impulsività e all’emotività, tipiche della gioventù». (Fonte Corriere della Sera)

Per prevenire gli abusi di alcol sarebbe utile prestare attenzione alle motivazioni. Come mette in evidenza il Presidente della Società Italiana di alcologia il bere fra i giovani può essere un modo per sentirsi più disinibiti. Ma perché i giovani hanno bisogno di ‘disinibirsi’ in situazioni di gruppo?  Alcuni comportamenti, come l’abuso di alcolici, possono ‘coprire’ difficoltà e insicurezze relazionali che dovrebbero essere affrontate e superate.

In questo senso la famiglia può essere un osservatorio privilegiato per orientare i giovani a comprendere e affrontare eventuali disagi, che spesso fanno parte di un fisiologico percorso di crescita, cercando di prevenire quindi la messa in atto di comportamenti rischiosi per la salute e con possibili conseguenze irreversibili.

Per approfondire:

Corriere della Sera, Un nemico più insidioso: nuovi rischi dell’alcol. Prime bevute a 13 anni, di Daniela Natali

Scritto da: Letizia Mannino

Amore… condizionato

Fonte: G. Gullotta, Commedie e drammi nel matrimonio

Scritto da: Letizia Mannino

Natale: ai bambini regali per giocare con gli altri

Meglio eliminare pugnali, pistole e mitra di plastica: armi finte e oggetti che presuppongono la violenza sono da evitare a ogni età” suggerisce  il pediatra milanese Italo Farnetani che ha stilato per Abdrokos salute una piccola guida per aiutare i genitori alle prese con le letterine per Babbo Natale.

Suggerisce il pediatra: “Una buona idea è quella di scegliere giochi da pavimento, che alimentano la creatività dei bambini e li aiutano a trascorrere i pomeriggi di festa con cugini e genitori”

Se si regalano televisori o computer mai collocarli nella camera dei bambini perché favoriscono scorrette abitudini del sonno.

Come altra scelta il pediatra suggerisce i giochi da tavolo. Infatti anche questi permettono di giocare insieme agli altri, bambini e adulti, e cosa più importante insieme ai genitori. (fonte Adnkronos salute).

In effetti sempre più spesso si sta rivalutanto l’importanza di scegliere per i bambini giochi che favoriscano la creatività, la manualita e le competenze sociali. Attraverso il gioco i bambini possono acquisire un senso di capacità e sicurezza personale nonché le regole socialie e a tenere conto degli altri.  Con i giochi di gruppo i bambini imparano, tre le tante cose, che si può vincere ma si può anche perdere, e possono quindi apprendere, con l’aiuto degli adulti,  a gestire la frustrazione e il dispiacere.

Scritto da: Letizia Mannino

Indagine Moige e Università “Sapienza”: ‘I divieti trasgrediti dai nostri figli’

E’ stata presentatata l’indagine promossa dal Moige con l’Università La Sapienza su ‘I divieti trasgrediti dai nostri figli’ che analizza i proncipali comportamenti a rischio tra i minori: alcol, fumo, gichi  con vincite in denaro, pornografia, videogiochi.

Nell’ambito della presentazione Maria Rita Minuzzi presidente nazionale Moige oltre ha richiamare a una maggiore responsabilità la società civile, i fornitori e le istituzioni ha commentato che :

Il messaggio forte che emerge dall’indagine è il crollo del paradigma del “Vietato vietare”. Questa idea educativa, per decenni in voga  è  smentita dai dati che evidenziano, come nelle famiglie fondate su regole chiare e decisi “no”, i figli siano meno portati a comportamenti a rischio. Noi genitori abbiamo bisogno del contributo di tutti e non possiamo essere lasciati soli in questa importante sfida educativa”. (Fonte comunicato stampa presentazione).

Per approfondimenti vedi Moige

Comunicato stampa della presentazione

Indagine

Sintesi dell’Indagine

Scritto da: Letizia Mannino

La scuola per “Scoprire il segreto di sé”

Su Avvenire un breve articolo di Elena Ugolini dal titolo “A scuola con un senso: scoprire il segreto di sé”, che parla del significato della scuola; per descriverlo parte dalla domanda che le ha posto 15 anni fa una alunna della scuola dove lei era preside. La ragazza dopo avere fatto il calcolo di quante ore avrebbe passato nella sua vita tra banchi e studio le chiede (domanda che peraltro spesso si pongono e pongono i ragazzi): Ma perché dobbiamo studiare? Che senso ha quel che studiamo per la nostra vita? La prego, mi risponda».

La Ugolini nello spiegare il senso della scuola dice che: “ Lo scopo della scuola non è studiare dei libri, ma rispondere al desiderio di scoprire il segreto di sé e delle cose”

Interessante la visione di abbandono scolastico che propone la Ugolini:  “Se il 20% di loro l’abbandona senza neppure aver conseguito una qualifica professionale, se per il 37% di loro la scuola “è un luogo dove non voglio andare”, è perché in quelle ore, spesso, invece, non accade nulla di significativo per sé. I ragazzi non hanno paura di far fatica per le cose che desiderano. Odiano la mancanza di senso, la percezione di essere “sommersi” di risposte a domande che non hanno. Non è vero che i ragazzi amano solo quello di cui vedono un’immediata utilità. In ogni ragazzo esiste quel desiderio di imparare per cui si può essere disposti anche a far la fatica di studiare la grammatica delle cose”. (fonte: “Avvenire”)

Stimolante una visione della scuola come luogo in cui scoprire il segreto di sé. Una scuola, quindi che avrebbe il compito di interessare, entusiasmare, incuriosire… dove è possbile appunto,  anche conoscersi, oltre che conoscere.

www.avvenire.it

Scritto da: Letizia Mannino

I matrimoni diminuiscono

Immagine da ‘La Repubblica’

Un articolo di Roberto Volpi sul quotidiano ‘Il Foglio’, ‘Il matrimonio religioso a grandi passi verso la scomparsa’, riporta alcuni dati sulla progressiva diminuzione dei matrimoni in Italia : “ Era il 1963, quando i matrimoni celebrati con rito religioso raggiungevano il punto più alto della loro corsa al rialzo: 414.652, pari al 98,7 per cento del totale dei matrimoni (laici e cattolici si sposavano: tutti e in chiesa). E’ il 2013, quando i matrimoni celebrati con rito religioso raggiungono il punto più basso del loro lungo precipitare: 111.545, pari al 57,5 per cento del totale dei matrimoni”. (Il Foglio)

Viene messo in evidenza un certo ruolo svolto anche dalla Chiesa (…) “che ha impresso alla preparazione al (e alla concezione del) matrimonio un’aria grave e pensosa, una nota di persistente preoccupazione, quasi un senso di pericolo”(…). (Il Foglio)

Non c’è dubbio che il matrimonio richiede una certa quota di slancio e di entusiasmo. Non incoscienza ma neppure iper-coscienza.  Alla base del matrimonio ci dovrebbe essere un’adeguata maturità ed equilibrio personale di ciascun partner. Quando la vita di coppia viene intrapresa per scelta e non per bisogno, per paura di stare da soli, per mancanza di sicurezza e autonomia, il percorso insieme è meno tortuoso. Le incomprensioni possono essere più superabili perché meno facilmente danno adito a vissuti personali,  solo per fare degli esempi, di squalifica o di limitazione dei propri spazi.

Anche l’aspetto economico che sempre più spesso viene citato a spiegazione del progressivo calo delle nascite richiede di non cadere negli estremi. Se è vero che i figli devono essere curati e alimentati in modo sano (e tutto questo richiede anche una disponibilità economica) non è però mecessario comprargli ‘l’ultimo modello’ di tutto e comprare tutto.  I figli essenzialmente hanno bisogno di sentirsi amati di avere dei punti di riferimento.  Occorre prestare attenzione che la preoccupazione di fornire beni materiali non copra la difficoltà e il timore di dover offrire ‘beni immateriali’, ben più importanti, come l’affettività.

Scritto da: Letizia Mannino

Stati Generali della Pediatria parla di sicurezza

statigenerali2014LOCANDINA

In occasione della Giornata Mondiale del bambino e dell’adolescente si sono tenuti a Roma gli Stati Generali della Pediatria dal titoloBambini sicuri dalla strada alla rete’ organizzato dalla Società Italiana di pediatria – SIP e dalla  Polizia di Stato (l’immagine è la locandina).

L’evento è stato centrato soprattutto sull’uso corretto di internet con particolare attenzione al cyberbullismo; fenomeno che risulta ancora in gran parte sommerso anche perché i ragazzi difficilmente si confidano con gli adulti. Dai dati presentati il comportamento che ancora risulta prevalente tra le vittime di cyberbullismo è “difendersi da soli” (60% dei maschi e 49% delle femmine).

E’ importante che gli adolescenti acquisiscano un uso corretto e prudente di Internet e dei social network perché oramai fanno parte dell’esperienza dei cosiddetti nativi digitali. Da un’indagine pubblicata su ‘Pediatrics’ emerge che se è vero che l’abuso di internet da parte degli adolescenti può avere effetti negativi  sia sulla salute che sulle relazioni sociali (sino a poter sfociare in vere e proprie psicopatologie)  è vero anche che un uso moderato, o addirittura il mancato utilizzo, possono avere conseguenze altrettanto negative.

Infatti, gli adolescenti che utilizzano molto poco internet rischiano di essere emarginati dal contesto sociale dei coetanei mentre gli utillizzatori assidui rischiano di emarginarsi dalle relazioni sociali. Quindi dai dati sembra emergere che le categorie più a rischio di sviluppare disturbi come depressione, cefalea, disturbi del sonno e obesità ecc. sono sia coloro che lo usano troppo che coloro che lo usano troppo poco.

Nell’ambito dell’incontro è stato presentato un vademecum (che verrà distribuito negli ambulatori pediatrici degli associati SIP) di consigli per navigare sicuri elaborati dalla Società Italiana di Pediatria -SIP, dalla Polizia di Stato e da Facebook rivolto ai genitori e a tutta la famiglia.

Fonte:     Stati Generali della Pediatria – SIP

Scritto da: Letizia Mannino

Coppia… punti di vista diversi…

Scritto da: Letizia Mannino