Tutti gli articoli di Letizia Mannino

Per gli adolescenti avere una famiglia è una priorità

L’Agenzia di Stampa AdnKronos Salute riporta alcuni dati emersi da una indagine di Paidòss (l’Osservatorio nazionale sulla salute dell’infanzia e adolescenza) da cui risulta che il primo valore per gli adolescenti è la famiglia. La ricerca realizzata da Datanalysis nella seconda metà di marzo 2016 su mille ragazzi in tutta Italia e presentata in occasione del Capri Campus

Per i ragazzi è importante che la famiglia dia calore e affetto, rappresenti un riferimento e un modello. Inoltre i ragazzi vorrebbero che in famiglia ci fosse più comunicazione.  Alla domanda  “Cosa manca oggi al nostro Paese per avere un futuro migliore?” gli adolescenti del campione hanno risposto: il 33% “La sicurezza di una famiglia sempre presente”, il 20%  “avere ideali in cui credere” , “mancanza della presenza di figure davvero di riferimento” per il 12% , “La possibilità di costruire partendo dai sentimenti” (8,7%), “La capacità di integrare etnie e religioni diverse” (7,4%) e infine “una politica pulita e che sappia fare bene”.

Scritto da: Letizia Mannino

Il figlio prediletto?

Da uno studio condotto dalla sociologa Katherine Conger dell’Università della California e pubblicato sul Journal of Family Psychology emerge che il 70% dei padri e il 74% delle madri avrebbe riconosciuto di avere un trattamento preferenziale nei confronti di uno dei figli senza specificare verso chi.

I figli, intervistati sempre dal gruppo di studiosi, avrebbero confermato di avvertire da parte dei genitori disparità tra fratelli e che il cogliere queste differenze comporta ripercussioni sull’autostima.

L’articolo ‘I genitori hanno il figlio preferito?‘ pubblicato dal Corriere della Sera riporta anche alcune parole (pubblicate sul New York Times) della dottoressa Barbara Howard, assistente pediatrica alla Johns Hopkins University School of Medicine, la quale ritiene che :”la sensazione di non essere il figlio preferito è spesso causa di problemi comportamentali. Del resto, è impossibile che un genitore non abbia un figlio preferito e la percezione di questo favoritismo è uno dei motivi principali della rivalità fra fratelli”.

Scritto da: Letizia Mannino

Adolescenti: volontariato contro… dipendenze

Uno studio americano condotto da psichiatri dell’età evolutiva della Università  Case Western di Cleveland  e pubblicato  sul  Journal of Child and Adolescent Substance Abuse  mostra come la dipendenza da alcol o droga negli adolescenti interferisca con la capacità di tenere in considerazione gli altri. Emergerebbe infatti che  gli adolescenti con gravi problemi di alcol e droghe mostrano scarsa considerazione verso gli altri e poca consapevolezza delle conseguenze delle loro azioni sulla vita altrui; inoltre all’aumentare della gravità della dipendenze aumenterebbe il disinteresse per il prossimo.
Come indicatore dell’associazione tra frattore di rischio, come l’uso di sostanze ed effetto (disinteresse per gli altri) lo studio ha utilizzato la OR  (odds ratio) che è risultata per i ragazzi con dipendenza pari  a 2,1, 1.6 tra quelli che facevano un uso moderato di alcol e droghe e di 1.1 tra chi di alcol o droghe non aveva affatto fatto uso.

Parla dello studio un articolo pubblicato sul quotidiano ‘La Repubblica’ dal titolo  “Dipendenza da alcol o droga in adolescenza diminuiscono la considerazione per gli altri” che riporta anche il parere della psichiatra Maria Pagano,tra gli autori dello studio, secondo la quale  promuovere il volontariato potrebbe aiutare i giovani a prevenire le dipendenze.

Quindi ancora una volta i dati di una ricerca mettono in evidenza come l’educazione dei giovani al rispetto delle esigenze degli altri comporti non solo dei vantaggi relazionali e sociali ma anche un possibile strumento di prevenzione delle dipendenze e di comportamnenti a rischio.

Scritto da: Letizia Mannino

L’OMS sull’adolescenza

L’Agenzia ANSA nell’articolo ‘Oms, adolescenti italiani più pigri e obesi d’Europacita alcuni dati del rapporto pubblicato dall’ufficio europeo dell’OMS da cui, ad esempio, risulta che gli adolescenti italiani hanno difficoltà nel relazionarsi con la famiglia e nel modo di rapportarsi della scuola, insomma sembra emergere una problematicità nel rapporto con gli adulti.

Inoltre gli adolescenti italiani risultano più pigri e obesi rispetto ai giovanissimi di altri paesi d’Europa. Il rapporto fa riferimento a dati raccolti nel 2013-2014 su ragazzi e ragaze di 11, 13 e 15 anni. Piu del 30% dei maschi di 11 e 13 anni è obeso mentre sembra che tra i teen ager stia diminuendo consumo di alcol e fumo.    Scarsa l’attività fisica:  il 5% delle ragazze e l’11% dei ragazzi fa almeno un’ora al giorno di esercizio moderato o vigoroso.
Rispetto ai dati sul bullismo sembra che in Italia risulti meno diffuso rispetto ad altri paesi.

Scritto da: Letizia Mannino

I ruoli di genere stabili nel tempo

vignetta paritaL’Agenzia ANSA riporta l’articolo ‘Vecchi cliché su ruoli maschi e femmine immutati in 30 anni‘ che riferisce di un’indagine condotta da un gruppo di psicologi dell’Università del New Jersey e pubblicata sulla rivista Psychology of Women Quarterly che ha evidenziato come in trent’anni l’idea sui ruoli maschile e femminile sia rimasta sostanzialmente invariata.  Per rilevare le posizioni sui ruoli di genere sono stati confrontati i dati emersi da interviste condotte sull’argomento a un gruppo di studenti intervistati nel 1983 e a un gruppo di adulti nel 2014. Dalla comparazione è emerso che nel corso del tempo sarebbe rimasta stabile l’idea che vi siano attività più adatte agli uni e alle altre: l’uomo viene considerato più idoneo ad attività come la manutenzione dell’auto e le riparazioni in casa, mentre la donna nelle faccende domestiche.

La donna continua ad essere vista prevalentemente come dolce, più capace nei lavori domestici e più adatta a lavori come l’insegnante e l’infermiera. Mentre persiste l’idea che l’uomo non sia capace di occuparsi delle faccende domestiche e, rispetto al lavoro, abbia più attitudine a svolgere lavori di tipo tecnico come, per esempio, l’ingegnere.
L’unico cambiamento registrato rispetto a 30 anni fa  riguarda la responsabilità finanziaria e le decisioni su questioni economiche che non sono più visti come di competenza esclusiva dell’uomo ma di entrambi.

Scritto da: Letizia Mannino

Smartphone: le regole dei figli per i genitori

L’Ansa riporta la notizia Niente foto su social e piu’attenzione, cosa vogliono i figlidi uno studio condotto dai ricercatori dell’Università di Washington e di quella del Michigan su un campione di 249 famiglie con figli di età fra i 10 e i 17 anni da cui risulta che i ragazzi vorebbero che i loro genitori mettessero in atto i seguenti comportamenti: riporre il telefono da parte quando si parla, evitare di parlare e mandare messaggi mentre si è alla guida e in particolare non postare foto sui social network senza chiedere il permesso (dei figli).

Interessante quanto indagato dallo studio perché si parla tanto dell’uso delle tecnologie da parte degli adolescenti, mentre in questo caso viene evidenziato come i figli vedono l’uso che ne fanno i genitori. Lo studio mostra come talvolta i ragazzi risentano della mancanza di attenzione da parte dei genitori perchè quest’ultimi sono distratti dallo smartphone.  Inoltre viene evidenziato il disagio che crea ai ragazzi l’abitudine di alcuni genitori di pubblicare le foto dei figli, anche molto piccoli,  sui social; modalità che in alcuni casi può anche risultare rischiosa per la privacy.

Fonte vignetta: Famiglia oggi n.5/6 2007

Scritto da: Letizia Mannino

Generazioni confuse

Il settimanale ‘L’Espresso’ con l’articolo ‘Generazioni, che fine hanno fatto? ‘ affronta un tena oggi di attualità  e nel farlo riporta i pareri di diversi esperti. Alcunie parole di Massimo Ammaniti “In passato esistevano rituali e compiti evolutivi chiari che scandivano il passaggio del tempo. La scolarizzazione, l’adolescenza, il riconoscimento delle proprie attitudini e quindi il lavoro, poi il matrimonio, la formazione di una nuova famiglia erano tutte tappe che segnavano i cambiamenti dell’individuo”, e ancora “A un certo punto i genitori concludevano il circolo fertile, e i figli si sentivano autorizzati a entrare nel mondo adulto. Oggi tutto questo è saltato: la famiglia tradizionale è sempre meno comune, i figli sono pochi, e gli spazi degli uni e degli altri coincidono: mentre prima la vita dei figli e dei genitori era anche fisicamente separata, oggi la condivisione è così ampia da rendere le distinzioni molto sfumate: parliamo liberamente di qualunque argomento con i figli davanti; insieme si viaggia, si va fuori con gli amici; i figli assistono ai nostri pasticci sentimentali e da loro pretendiamo il racconto delle prime esperienze sessuali. Li difendiamo con i professori, li coinvolgiamo nei nostri problemi”…

Il sociologo Ilvo Diamanti cita invece alcuni dati di un sondaggio dell’Osservatorio Europeo sulla sicurezza secondo il quale il 19% degli italiani pensa che la giovinezza possa durare anche oltre i 60 anni, mentre il 45% che finasca tra i 50 ei 60 anni.

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Scritto da: Letizia Mannino

Abitudini per dormire….

Solo il 68,4% dei bambini al di sotto dei 14 anni dorme in modo adeguato. E’ uno dei dati che emerge dal progetto ‘Ci piace sognare’ presentato nei giorni scorsi  alla Camera. Il progetto ha coinvolto pediatri di tutto il territorio nazionale che hanno preso in esame 2030 bambini circa.

Dall’indagine emerge anche che i bambini che si addormentano nel letto dei genitori sono il  39% a 1-2 anni, e pur riducendosi la percentuale con la crescita, sono il 26% a 5-6 anni e il 20% a 7-9 anni. Risulta che il 13,1% dei bambini cambia letto durante la notte;  la maggioranza passa dal proprio letto a quello dei genitori ma non manca chi fa il percorso inverso.

La ricerca ha esaminatoa anche le abitudini prima di addormentarsi e tra le principali attività si trova tv, tablet, video giochi ecc. Il 65% dei bambini nella fascia d’età compresa tra i 3 e i 4 anni utilizza la tv o un altro video per dormire; ma tv e dispositivi tecnologici si trovano già tra il 40% dei bambini di 1-2 anni. Mentre solo il 48% utilizza i libri prima per addormentarsi.

Fonte Adnkronos Salute, Un under 14 su 3 dorme male, troppa tecnologia prima di andare a letto

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Scritto da: Letizia Mannino

Indicatori demografici Istat

TASSO GENERICO DI NATALITÀ E TASSO DI CRESCITA NATURALE PER REGIONE. Anno 2015, per mille residenti, stima

Fonte tabelle Report indicatori demografici STAT

Dagli indicatori demografici Istat risulta che nel 2015 le nascite sono state quindicimila in meno rispetto al 2014, raggiungendo così il nuovo minimo strico dall’Unità d’Italia.

Il 2015 è il quinto anno consecutivo di riduzione della fecondità, giunta a 1,35 figli per donna. L’età media delle madri è di 31,6 anni.

Rispetto ai dati sulla mortalità invece, nel 2015 i morti sono stati 54 mila in più dell’anno precedente (+9,1%). Il tasso di mortalità è il più alto tra quelli misurati dal secondo dopoguerra in poi. La fascia di età più interessata dal fenomeno è quella anziana fra i 75-95 anni. Il picco di mortalità del 2015 è spiegato in parte come dovuto a effetti strutturali legati all’invecchiamento e in parte al fatto che il biennio precedente sarebbe stato più favorevole facilitando quindi la sopravvivenza.

Un altro daro, fra quelli rilevati dall’indagine, riguarda la diminuzione della speranza di vita alla nascita. Per gli uomini scende a 80,1 anni (da 80,3 del 2014), per le donne a 84,7 anni (da 85). L’età media della popolazione è di 44,6 anni.

Report indicatori demografici Istat  pdf(19 febbraio 2016)

Istat

Scritto da: Letizia Mannino

Tipologie di coppia

Le-giovani-coppie-hanno-il-timore-che-...-guarda-la-vignetta-L’Agenzia di Stampa ANSA riporta la notizia ‘Coppie sono di quattro categorie, ‘drammatici’ più a rischio‘ che cita uno studio condotto dall’università dell’Illinois e pubblicato dal Journal of Marriage and Family, secondo il quale possono essere individuate diverse tiipologie di rapporti di coppia: ‘drammatici’, ‘conflittuali’, ‘socialmente coinvolti’ o ‘orientati al partner’. L’indagine è stata condotta  su 376 coppie intorno ai 25 anni.
Brian Ogolsky, autore principale della ricerca, spiega che le coppie definite drammatiche hanno il doppio di probabibilità di lasciarsi mentre per le coppie orientate al partner gli avvenimenti, anche negativi, possono diventare uno spunto per rendere più profonda la relazione.

In effetti  l’aspetto critico per le coppie, spesso, non è costituito tanto dalle differenze di carattere, dalle difficoltà che si possono incontrare nella vita ecc ma da come i partner in relazione al loro modo di essere avvertono le situazioni e quindi anche gli atteggiamenti del partner stesso. Uno stesso comportamento, come per esempio un ritardo a un appuntamento, può essere avvertito in modo differente dalle persone,  come un modo di essere dell’altro, come una limitazione della propria liberta, come espressione di scarsa considerazione, come un rifiuto, e conseguentemente attivare stati d’animo e risposte diverse. E’ quindi importane vedere le tensioni della coppia non necessariamente come espressione di un rapporto che non funzione ma come manifestazione del modo di ognuno di avvertire e spiegarsi il comportamento dell’altro così da comprendere meglio le dinamiche relazionali e ridurre le incomprensioni.

Scritto da: Letizia Mannino