Tutti gli articoli di Letizia Mannino

Capsule di detersivo scambiate per caramelle

Su AdKronos Salute la notizia ‘Capsule di detersivo scambiate per caramelle dai binbi, in Gb un caso al giorno’ secondo la quale nel Regno Unito mediamente un bambino di età inferiore ai 5 anni, ogni giorno, ingerisce una capsula colorata di detersivo perché la scambia per caramelle riportando quindi tutte le conseguenze sul piano della salute più o meno gravi anche in relazione alla sostanza ingerita.

Lancia l’allarme la Local Government Association (Lga) che invita i genitori a tenere e fuori dalla portata dei piccoli questi prodotti, come d’altronde ricordano le confezioni e alcuni spot pubblicitari anche in Italia.

Ma la questione non riguarda solo il Regno Unito. Secondo i dati riportati sul sito del Ministero della Salute ogni anno in tutto il mondo si registrano più di 16.000 casi di incidenti domestici dovuti all’esposizione ad agenti chimici nocivi per la salute che sono contenuti nei detergenti per bucato in capsule solubili.

Scritto da: Letizia Mannino

Droghe, suicidio e adolescenti

L’articolo del ‘Corriere della sera – Salute’, ‘Droghe collegate a un terzo dei suicidi tra i giovanissimi’ riporta alcuni dati di una ricerca dell’Università Manchester che cerca di indagare l’eventuale presenza di situazioni che ricorrono in precedenza o in concomitanza con il suicidio di un adolescente.

L’articolo deve far riflettere visto che, sempre secondo i dati riportati, il suicidio risulta la seconda causa di morte tra gli adolescenti in Italia e la prima in altre nazioni.

Alcuni dei fattori principali che possono essere considerati sono la fragilità del ragazzo, l’uso di sostanze che possono alterare la capacità di valutazione sia degli eventi che si verificano nella vita del ragazzo sia del gesto;  giustamente la ricerca evidenzia come l’uso di droghe o alcool può svolgere un ruolo di causa o di effetto perché andrebbero considerate le motivazioni che spingono un adolescente a farne uso.

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Scritto da: Letizia Mannino

Di necessità…virtù…

sicurezza in famiglia

Scritto da: Letizia Mannino

Rapporto annuale Istat sulla situazione del paese

E’ stata presentta in questi giorni la 24esima edizione del Rapporto annuale dell’Istat il quale affronta il tema dell’Italia che cambia attraverso le generazioni. Dal rapporto emerge che sempre più trentenni  rimangono in casa con i genitori, quindi si formano meno famiglie, nascono meno bambini.

Risulta una correlazione sempre maggiore tra il livello professionale dei genitori, la proprietà della casa e la posizione dei figli, in Italia ma anche in tutta Europa.

Sei giovani su dieci vivono con i genitori e in particolare: Il 62,5% dei giovani tra i 18 e i 34 anni vive ancora in famiglia, il 56,9% delle donne e il 68% degli uomini contro la media europea che si attesta al 48,1%. Il fenomeno è in ulteriore crescita tra le fasce più giovani: nel 2015 vive con la famiglia il 70,1% dei ragazzi di 25-29 anni e il 54,7% delle coetanee;  mentre vent’anni fa le percentuali erano del 62,8% e del 39,8%.

Di conseguenza tutte le esperienze vengono spostante in avanti. Però precisa il rapporto, non si tratta di progrizia ma che i Millennials sperimentano tutte le difficoltà del mercato del lavoro che oltre ad offrire poche posizioni ai più giovani non garantisce stabilità.

Fonte: ‘La Repubblica’, Istat, i giovani del 2016: poco occupati, poco coinvolti. Sei su 10 vivono con i genitori, il 42% sogna un futuro all’estero

Per approfondire sul sito dell’Istat:

Rapporto annuale 2016 – La situazione del Paese

Sintesi del Rapporto annuale

Scritto da: Letizia Mannino

Giovani e percezione crisi economica

Sul ‘Redattore sociale’ i dati di un’indagine condotta da Eurobarometro da cui risulta che il 57% dei giovani(tra i 16 e i 30 anni), a livello europeo, ritiene che la crisi economica abbia avuto un impatto forte su di loro tanto che si sentono messi ai margini della scocierà. L’indagine commissionata dal Parlamento Europeo è stata condotta intervistando, nel mese di Aprile 2016, 1300 giovani dei 28 stati membri.

Il disagio appare quindi più sentito nei paesi maggiormente colpiti dalla crisi economica e con un elevato tasso di disoccupazione giovanile. Si sente emarginato dalla società il 93% dei giovani greci, l’86% dei portoghesi, l’81% dei ciprioti e il 79% degli spagnoli.

In Italia il 78% dei giovani avverte il problema di sentirsi escluso.

In Germania, invece, la percentuale è decisamente più bassa con il 27% dei giovani che dichiara di essersi sentito colpito dalla crisi economica, mentre a Malta il 28% e  in Danimarca  il 31%.

Scritto da: Letizia Mannino

Accudimento del bambino e cervello

La psicologia dello sviluppo ha evidenziato oramai da tempo l’importanza del ruolo materno sullo sviluppo emotivo e cognitivo del bambino. Ricerche più recenti stanno ponendo l’attenzione anche sul ruolo della figura paterna e, inoltre, sulle figure che in genere si prendono cura del bambino. I diversi studi condotti sui processi di crescita e sviluppo dei binbi sembrano concordare nell’importanza che viene attribuita al fatto che il neonato e i bambini piccoli ricevano un adeguato accudimento e supporto emotivo.

Sull’argomento il quotidiano ‘La Repubblica’ ha pubblicato l’articolo ‘L’amore materno fa sviluppare il cervello del doppio’ che riferisce di uno studio della Washington University e pubblicato online su Pnas (Proceedings of the National Academy of Sciences) che dimostra come cure materne amorevoli possono aiutare lo sviluppo del cervello, in particolare in alcune aree come l’ippocampo, che hanno il ruolo di una sorta di ‘centralina’ della memoria e del senso dello spazio.

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Scritto da: Letizia Mannino

Perchè ‘No kids zone’?

Su ‘Vita’ on line un articolo dal titolo ‘Se il bambino diventa un nemico’ di Lorenzo Maria Alvaro affronta la questione della “no kids zone” che nata in USA si sta diffondendo anche in Europa.

L’articolo racconta di come diversi alberghi o luoghi turistici non ammettano i bambini, Ovviamente  il titolo dell’articolo di ‘Vita’ deve far riflettere sulle ragioni del diffondersi di questa tendenza. Occorre porsi degli interrogativi e cercare di comprendere i motivi in modo da capire come limitare questo atteggaiemnto.

Qualche mese fa un quotidiano riportò la notizia di un Ristorante di Roma che aveva messo un cartello di divieto ai passeggini e bambini piccoli. Il titolare del ristorante intervistato spiegò che la sua decisione non era dovuta ai bambini ma al comportamento di alcuni genitori. Raccontò che accadeva che i bambini andassero in giro per il ristorante senza controllo da parte dei genitori, correndo il rischio di farsi male e di produrre danni, mentre magari il papà o la mamma erano impegnati in conversazione, magari sul cellulare. E da qui era arrivato alla decisione del precauzionale divieto.

Scritto da: Letizia Mannino

Amore eterno?

Sempre su AdnKronos la notizia ‘L’amore eterno? Per la scienza esiste e va oltre la morte che illustra i risultati di uno studio dell’Università dell’Arizona, pubblicato sulla rivista americana ‘Psychological Science’, dal quale emergerebbe una conferma dela stretta dipendenza che c’è tra il benessere dei coniugi e la forma di relazione affettiva che continua anche dopo la morte di uno dei due partner, indipendentemente da età, durata del matrimonio e condizioni di salute. Più specificamente i dati mostrerebbero che il ‘legame’ tra il partner deceduto e quello in vita non presenta differenze rispetto a quello tra coniugi ancora entrambi vivi.

Questo studio metterebbe in evidenza che al contrario della ricerca citata in precedenza la perdita del partner comporta una sofferenza che perdura nel tempo.  I dati  degli ultimi due studi almeno apparentenete contrastanti andrebbero approfonditi per comprendere a cosa sono dovute queste differenze e come sono state indagate.

Per approfondire: ‘La Repubblica, “La scienza conferma: il legame tra coniugi è eterno” di Sandro Iannaccone

Scritto da: Letizia Mannino

Donne e uomini: essere soli

Contrariamente a quanto hanno evidenziato altre ricerche, avere una relazione di coppia non comporterebbe automaticamente un effetto positivo sulla salute; una nuova ricerca sembra dimostrare che le donne sole, in particolare a una certa età,  risulterebbero meno stressate, starebbero meglio in salute e presenterebbero meno rischi di avere una depressione. Gli uomini invece che hanno avuto un lutto o vivono una condizione di single stanno peggio degli sposati.

La ricerca, condotta da un grupppo dell’università di Padova e dell’Istituto di neuroscienze del Cnr, pubblicata sul ‘Journal of Women’s Health’, ha seguito  un campione composto da 1.887 uomini e donne over 65 monitorati per circa 4 anni.

Nell’articolo di AdnKronos Salute ‘Vedove allegre’ per davvero, studio italiano: “Meno stressate e più sane” che riporta la notizia anche alcuni considerazioni generali in merito ai dati emersi della ricercatrice Trevisan “mentre per l’uomo avere accanto una compagna significa poter contare su qualcuno che si prende cura di lui in casa e nelle questioni di salute le donne sposate hanno più probabilità di vivere una situazione stressante, restrittiva e frustrante”.

Scritto da: Letizia Mannino

Solitudine e malattia

AdnKronos riporta la notizia Malati di solitudine, quando l’isolamento spacca letteralmente il cuore’ di uno studio condotta dai ricercatori dell’University of York, dell’University of Liverpool e della Newcastle University che indaga il ruolo della solitudine sul rischio di sviluppare malattie coronariche o ictus e dal quale risulta che essere soli e non poter contare su una solida rete di rapporti sociali può aumentare il rischio di cardiopatia o ictus.

Gli autori mettono quindi in evidenza l’inportanza ai fini della prevenzione di porre l’attenzione anche su i fattori sociali. Altri studi hanno messo in correlazione specificamente il rapporto di coppia e il rischio di contrarre malattie cardiache da cui è emerso che maggiore è il vissuto di benesere affettivo dei partner e minore potrebbe essere il rischio di ammalarsi.

Nell’articolo di AdnKronos si legge anche come i due studiosi americani pongono l’attenzione sul ruolo delle nuove tecnologie nel facilitare o esarcerbare il senso di solitudine.

Scritto da: Letizia Mannino