Tutti gli articoli di Letizia Mannino

Riflettere sul percorso del matrimonio

Su “D.Repubblica” un articolo dal titolo  ‘Come non sposare la persona sbagliata’ riporta una lista di 10 consigli stilata da Huffington Post UK. I titoli dei 10 punti sono: 1) Non pensare di potter cambiare l’altro; 2) Non scegliere solo sulla base della chimica; 3) Capire se si è attenti reciprocamente ai propri bisogni emotivi: 4) Chiedersi se si condividono passioni e progetti; 5) Fare sesso prima del matrimonio; 6) Farsi alcune domande; 7) Prestare attenzione se non ci si sente emotivamente al sicuro; 8) Essere sinceri sin dall’inzio; 9) Non sposarsi per rendere la propria vita migliore; 10) Occhio alle persone non emotivamente pronte per il matrimonio.

Fonte: D.Repubblica – Leggi l’articolo

I consigli riportati nell’articolo possono costituire uno spunto da approfondire rispetto al proprio percorso personale. Infatti al matrimonio, alla compatibilità e affinità con il partner si dovrebbe riflettere principalmente prima di compiere questo passo importante. Ma perchè la riflessione sul rapporto di coppia risulti efficace sarebbe opportuno accompagnarla con una valutazione su di sè, su quanto ci si sente pronti, sulle reali motivazioni ecc. La lista dell’Huffington Post mette a fuoco questi aspetti con il punto 9 e 10. Il punto 9 infatti, ‘non sposarsi per rendere la propria vita migliore’ mette in evidenza come cercare nell’altro un modo per cambiare in meglio la propria situazione può risultare una motivazione fragile e la delusione rischia di essere dietro l’angolo. Il punto 10, invece, che invita a fare una valutazione sull’altro può essere una guida anche per fare un’analisi su se stessi; chiedendosi, per esempio, quanto ci si sente realmente svincolati dalla propria famiglia di origine e pronti a coinvolgersi in una relazione affettiva e, in prospettiva, a passare dal ruolo di figlio a quello di genitore.

Scritto da: Letizia Mannino

La famiglia si ‘restringe’

L’ANSA riporta la notizia di quanto fotografa l’ISTAT attraverso gli indicatori demografici. Nascite in calo nel 2013 in Italia per il quinto anno consecutivo. L’80% circa dei nuovi nati ha la mamma italiana mentre il 20% straniera.

Diminuiscono i matrimoni religiosi. Tra il 2008 e il 2013 gli sposi che hanno scelto il rito religioso passa dal 63% al 57%, mentre la quota di coloro che hanno deciso per quello civile cresce dal 37% al 43%.

Nel 2013 si sono celebrati meno di 200 mila matrimoni, per un quoziente di nuzialità pari al 3,3 per mille, il più basso nella storia del Paese.

Fonte ANSA – Leggi la notizia

Per approfondimento: ISTAT – indicatori demografici

 

Scritto da: Letizia Mannino

Il ruolo del papà in casa

Un articolo del ‘Corriere della Sera’ cita una serie di ricerche che mettono in evidenza l’importaza del padre all’interno della famiglia. Recentemente in America si è celebrata la Festa del papà e anche in quell’occasione è stato ribadito la centralità della figura paterna.

Solo per citare alcune ricerche dell’articolo, secondo uno studio della Università della British Columbia ci sarebbe uno stretto legame tra quanto i papà collaborano in casa e i successi professionali delle figlie femmine.

Un altro studio, condotto dalla Mc Gill University e pubblicato su Nature, ha dimostrato l’importanza di seguire una dieta ricca di acido folico, già da prima del concepimento, non solo per la futura mamma ma anche per gli aspiranti papà.

Invece uno studio americano pubblicato su Pediatrics mette l’attenzione sulla depressione post partum dei papà. Pare infatti che possono soffrire di depressione post partum maggiormente i papà giovani, sotto i 25 anni, e per 5 anni dopo la nascita del figlio. E’ bene quindi che i segnali di depressione sia nelle mamme che nei papà non vengano trascurati.

Fonte: ‘Corriere della Sera’ – Leggi l’articolo

Scritto da: Letizia Mannino

Cuore di coppia

L’articolo “I matrimoni infelici fanno ammalare il cuore” del quotidiano ‘La Stampa’ riporta una ricerca che confermerebbe l’idea che i processi biologici, psicologici e sociali interagiscono per determinare la salute fisica.

Il prof. Thomas Kamarck, insieme a Nataria Joseph dell’UP hanno condotto uno studio  pubblicato su Psychosomatic Medicine durante il quale hanno osservato un campione di coppie sposate o conviventi e hanno monitorato, per quattro giorni, le loro interazioni di coppia e sociali. In particolare è stata posta attenzione alle interazioni positive e negative con il partner e sono state prese le misure dello spessore della arteria carotide.
I ricercatori sono partiti dalla crescente evidenza che suggerisce come la qualità delle relazioni sociali possono essere collegati con una varietà di conseguenze sulla salute, tra cui le malattie cardiache.

Dai dati raccolti si è rilevato che le persone con interazioni coniugali ritenute negative possono avere un 8,5% di maggiore rischio di soffrire di infarto o ictus rispetto a quelli con buoni rapporti. Inoltre tra i partner che hanno segnalato interazioni più negative sono state trovate carotidi più spesse.

Fonte: La Stampa – Leggi l’articolo

Scritto da: Letizia Mannino

Istat: i divorzi diminuiscono

E’ uscito il Report dell’Istat “Separazioni e divorzi in Italia”, ecco alcuni dati:

Nel 2012 le separazioni sono state 88.288 e i divorzi 51.319, entrambi in calo rispetto all’anno precedente (rispettivamente -0,6% e -4,6%).

I matrimoni celebrati in anni più recenti durano di meno e le nozze religiose risultano essere più stabili. Nel 2012 sono sopravvisuti  alla cosidetta “crisi del settimo anno”,  933 matrimoni religiosi su 1.000 celebrati nel 2005 contro 880 su 1.000 matrimoni celebrati nello stesso anno ma con rito civile.

L’età media è di circa 47 anni per i mariti e di 44 per le mogli in caso di separazione e rispettivamente, 49 e 46 anni in caso di divorzio. Questi valori sono aumentati negli anni per effetto della posticipazione delle nozze in età più mature e per la crescita delle separazioni con almeno uno sposo ultrasessantenne.

La tipologia di separazione scelta in prevalenza dai coniugi è quella consensuale; nel 2012 si sono concluse in questo modo l’85,4% delle separazioni e il 77,4% dei divorzi. Fonte ISTAT

Sull’argomento anche l’articolo: “Perchè gli Italiani divorziano meno” – Corriere della Sera

 

Scritto da: Letizia Mannino

‘Prescrivere’ le fiabe

 

L’ANSA riporta la notizia che l’American Academy of Pediatrics ha inserito per la prima volta nelle nuove linee guida rivolte ai pediatri di raccomandare ai genitori di leggere fiabe ai bimbi fin da piccolissimi perché la lettura aiuta a sviluppare aree imporatanti del cervello,  un vocabolario ricco e articolato e le capacità di socializzazione.

Fonte ANSA – Leggi la notizia

Scritto da: Letizia Mannino

Helicopter parents

Il quotidiano “La Repubblica” ha pubblicato un articolo dal titolo “Bambini iper-protetti, adulti fragili”. Gli americani li chiamano “helicopter parents” e sarebbero quei genitori che sorvegliano, seppure a distanza e silenziosamente i loro figli, quando giocano, quando interagiscono con gli altri, quando scelgono cosa mettersi al mattino.

Un recente studio della Ucla sostiene che i figli delle famiglie medie di Los Angeles passano il 90% del tempo libero in casa, impegnati in attività come guardare la tv, giocare ai video game e usare il computer.
Secondo Ellen Sandseter, professore di educazione della prima infanzia al Queen Maud University College di Trondheim in Norvegia, un approccio che annulla il rischio, in realtà, non è privo di contro-indicazioni. I bambini, spiega l’esperta, hanno un bisogno sensorio di sperimentare il pericolo e l’eccitazione conseguente e aggiunge : «Non si tratta di cose pericolose in sé piuttosto di esperienze che dal punto di vista dei piccoli sembrano pericolose».

Inoltre un atteggiamento iper protettivo può comportare problemi anche per le mamme. A questo proposito nell’articolo si legge” Una ricerca dalla University of Mary Washington pubblicata nel Journal of Child and Family Studies, infatti, ha evidenziato come una maternità “intensiva” – fatta di stimoli costanti e incapacità di delegare la supervisione dei figli – si traduca in un sovraccarico psicologico che impatta sulla salute mentale delle mamme”.

Fonte: La Repubblica – Leggi l’articolo  di Stefania Bedetti

Ancora degli studi volti a mettere in evidenza lo stile educativo ‘migliore’. Come sempre è importante mantenere un equilibrio e non eccedere né in una iperprotezione né nell’opposto. Infatti la protezione dovrebbe essere in sintonia con le fasi dello sviluppo dei figli; per poter esplorare l’ambiente e sviluppare un adeguato senso di autonomia e sicurezza i bambini devono sentire di avere una figura di riferimento su cui poter contare in caso di bisogno, paura, ecc.

Sull’argomento vedi anche nel menu Approdondimenti:  “Introduzione alla teoria dell’attaccamento

 

Scritto da: Letizia Mannino

Troppi impegni limitano l’autonomia dei bambini

Uno studio di Yuko Munakata della University of Colorado a Boulder pubblicato sulla rivista Frontiers of Psychology spiega che i bambini vengono impegnati eccessivamente tra mille attività scolastiche ed extrascolastiche raggiungono un minor numero di obiettivi in autonomia rispetto ai coetanei lasciati liberi di trascorrere anche del tempo in attività meno strutturate e di esplorazione, come il gioco libero da soli o con gli amici magari svolto anche all’aperto e le letture.

Riporta la notizia l‘ANSA dove si legge: “Gli psicologi Usa hanno voluto ”misurare” quale stile genitoriale sia meglio per lo sviluppo neurale del bambino. Per farlo hanno coinvolto 70 bimbi di 6 anni chiedendo ai genitori di compilare un diario dettagliato delle attività dei figli. Poi hanno diviso i bimbi in due gruppi a seconda che fossero superimpegnati in corsi vari e bimbi invece più liberi da attività extrascolastiche. Hanno sottoposto i piccoli a una serie di test cognitivi per misurarne l’autonomia esecutiva nel perseguimento di obiettivi e visto che i bimbi troppo pressati tra corsi e lezioni sono alla fine quelli che ”rendono meno” quanto a capacità di raggiungere obiettivi in modo autonomo e autogestito.”

Fonte ANSA – Leggi la notizia

Scritto da: Letizia Mannino

Enuresi, bambini e adolescenti

L’enuresi (perdita involontaria di urina) è un problema che riguarda il 4,6% dei ragazzini di 13-14 anni.  Il dato è stato presentato dalla Società Italiana di Cure primarie pediatriche (Sicupp) durante il Congresso di pediatri che si è tenuto a Palermo.

Nella notizia pubblicata dall’ ANSA si legge: “Tuttavia, solo il 33% dei genitori ha parlato del problema con il pediatra, segnale della scarsa consapevolezza con cui i genitori vivono l’enuresi, tanto che solo il 12,2% dei bambini affetti è in terapia. L’indagine, sottolinea Picca, ”ha valutato anche la percezione del problema da parte dei genitori: il 33,3% ammette che il disturbo condiziona in modo notevole l’organizzazione familiare, il 24,7% ritiene che limiti molto la attività del figlio con i compagni e l’11% lo considera molto imbarazzante”. E’ dunque importante, avvertono gli specialisti, ”ricercare e riconoscere il problema, sensibilizzando i genitori, perché solo così si può migliorare la qualità di vita dei giovani pazienti e delle loro famiglie”.

Fonte:  ANSA  – Leggi la notizia

Scritto da: Letizia Mannino

Il segreto dell’amore durevole…

Perché alcune coppie durano nel tempo e altre no? Parla di questo tema un articolo pubblicato sul Corriere della Sera – 27ora, dove vengono citate alcune ricerche sul’argomento; ma in particolare una risposta si potrebbe trovare negli studi di John Gottman e nella parabola del cardellino. Lo studio da cui nasce a questa parabola è stato condotto osservando le interazioni di 130 coppie neosposate in un ambiente sperimentale organizzato in maniera tale da poter somigliare a una casa per le vacanze.

Nell’articolo si legge: “Immaginate un marito appassionato di bird watching, l’osservazione degli uccelli. Vede un cardellino che attraversa in volo il cortile e chiama la moglie. «Guarda che bello!». Lei può correre alla finestra e condividere quell’emozione. Oppure può limitarsi ad annuire distrattamente. La scena, naturalmente, può presentarsi anche al contrario: lei chiama lui, magari per dirgli che ha ricevuto una bella notizia; lui può cogliere o lasciar fuggire via l’attimo. Per coltivare un amore bisogna saper stare insieme nella cattiva sorte, ma anche in quella buona. Quello che conta non è l’uccellino, e anche la lieta novella può essere più o meno importante. C’è in gioco altro: la disponibilità a prestare attenzione a chi abbiamo di fianco, a condividere i suoi stati d’animo. Far cadere le «offerte di interazione» è come un veleno distillato quotidianamente alla felicità coniugale.”

Sei anni dopo l’esperimento, lo psicologo e i suoi colleghi hanno scoperto che a divorziare erano state le coppie che durante il periodo dell’esperimento avevano accolto i bisogni emzionali del partner solo tre volte su dieci; mentre le coppie ancora insieme erano state attente al partner nove volte su dieci.

Fonte: “Corriere della sera – 27ora” – Leggi l’articolo

Scritto da: Letizia Mannino