Tutti gli articoli di Letizia Mannino
I ‘costi’ della violenza domestica
Purtroppo ancora uno studio che dà la portata del fenomeno violenza domestica nel mondo. Due ricercatori dell’università di Oxford e di Stanford, Anke Hoeffler e James Fearon, hanno calcolato che per ogni morto su un campo di battaglia, almeno nove muoiono per violenza domestica; inoltre i ricercatori quantificano il costo «assoluto» della violenza: 9,5 trilioni di dollari l’anno.
Lo studio è stato condotto da un Centro che si occupa di produrre analisi e strategie per combattere minacce globali come i cambiamenti climatici e la malaria; nel Centro lavorano più di cinquanta economisti tra cui tre vincitori di Premi Nobel. Si legge nell’articolo del ‘Corriere della Sera’ dedicato all’argomento che: “Lo studio sulla violenza domestica ha come obiettivo quello di aiutare le Nazioni Unite a fissare le priorità per il 2030, dopo che saranno state affrontate quelle del 2000-2015, che includono il controllo della povertà e il miglioramento delle risorse idriche. I nuovi obiettivi mirano a fermare metodi educativi basati sulle percosse, e la violenza contro le donne a casa.”
Lo studio si conclude con un appello alle Nazioni Unite affinchè vengono investite più energie e strategie nei confronti di forme di abuso che pur avendo un impatto estramente devastante ricevono meno attenzione delle guerre. Fonte: Corriere della Sera – Leggi l’articolo
Scritto da: Letizia ManninoCompiti delle vacanze…
Compiti delle vacanze: in Inghilterra si leggono libri, in Francia non vengono assegnati. Ma ’Italia ha vacanze estive molto lunghe, ad esempio, il doppio che in Inghilterra e un mese in più che in Francia. Parla dell’argomento il Corriere della Sera con l’articolo ‘L’incubo dei compiti delle vacanze. Sono diventati un affare di famiglia’ che riporta il parere di alcunie esperti.
Per Francesco Dell’Oro, fino all’anno scorso responsabile del servizio di orientamento scolastico del Comune di Milano, un errore è proporre dei compiti-fotocopia delle cose fatte in classe nel corso dell’anno: “Se lo scopo è quello di non far staccare la spina ai ragazzi durante i tre mesi di blackout estivo, allora sicuramente non lo si raggiunge riproponendo sempre le stesse cose (…)’
Raffaele Mantegazza, docente di Pedagogia all’università Bicocca di Milano si dice favorevole ai compiti ma preoccupato della loro mancanza di creatività:”(…) Ai bambini bisognerebbe chiedere di rielaborare il proprio vissuto: racconta la tua estate, colleziona foto e fanne un collage, scrivi una filastrocca in inglese, ripassa le tabelline usando le conchiglie raccolte in spiaggia o la sera a cena moltiplicando 4 pizze per 9 euro”.
E Mantegazza si esprime anche sull’abitudine frequente da parte dei familiari di aiutare nel fare i compit: “I genitori dovrebbero controllare che i figli facciano i compiti ma non intromettersi. Così si finisce per comunicare sfiducia. Se il compito non è chiaro, se il bimbo non lo può fare, non lo deve fare. Chiederà poi alla maestra come andava fatto quando tornerà a scuola”. Fonte: Corriere della Sera – Leggi l’articolo
Scritto da: Letizia Mannino
Il patto scuola-famiglia
Anche il Papa ha affrontato la questione del patto fra scuola e famiglia in occasione dell’incontro con i direttori di Scholas Occurrentes. Ne parla il ‘Corriere della Sera’ del 5 settembre riportando alcune parole del Papa durante il discorso:
“Una volta, in quarta elementare ho mancato di rispetto alla maestra e la maestra mandò a chiamare la mia mamma” racconta Papa Francesco. “Venne mia madre, entrò in classe e la maestra uscì. E poi mi chiamarono. E la mia mamma, molto tranquilla – io temevo il peggio! – mi disse: ‘Tu hai fatto questo, questo e questo? Hai detto questo alla maestra?. “Sì”. “Chiedile perdono!”. E io chiesi perdono. Ero felice e fu facile. Il secondo atto ci fu quando arrivai a casa…”
Il Corrierre riporta ancora dall’intervento del Papa: «Oggi, in tante scuole della mia patria una maestra scrive una osservazione nel quaderno del bambino e il giorno successivo arriva il padre o la madre, denunciando la maestra. E rotto il patto educativo!». Fonte: Corriere della Sera del 5/09/2014
Il Papa, con il suo modo personale, affronta un tema molto attuale oggi: il patto infranto fra scuola e famiglia. Sempre più spesso, si legge sui giornali di genitori che difendono i figli a priori senza cercare prima di comprendere i fatti; talvolta arrivando anche alla violenza fisica. Ma genitori, famiglia e scuola dovrebbero essere alleati nell’interesse e a tutela dei ragazzi.
Scritto da: Letizia ManninoIl ciuccio può interferire con la relazione emotiva
L’AGI riporta la notizia di uno studio della University of Wisconsin-Madison pubblicato sulla rivista ‘Basic and Applied Social Psychology‘ secondo il quale il ciuccio potrebbe interferire con la capacita’ dei genitori di interpretare e rispondere sintonicamente alle espressioni emotive, sia di felicita’ che di disagio, dei bambini. Ad esempio alcune donne a cui sono state fatte osservare foto di bambini sorridenti con il ciuccio avrebbero sottovalutato il livello di contentezza; analogamente osservando foto di bambini tristi avrebbero sottovalutato il grado di sconforto. Fonte AGI – Leggi la notizia
Ai fini delle valutazione emotiva i canali di lettura sono diversi, come ad esempio lo sguardo, la postura, i gesti, ecc. Quindi un genitore non dovrebbe avere, il più delle volte, grosse difficoltà a interpretare in modo abbastanza edeguato lo stato emotivo del figlio. Però non tutti gli individui sviluppano, anche nelle relazioni tra adulti, un’articolata capacità di osservazione e riconoscimento degli stati emozionali; talvolta questa difficoltà può riguardare prima di tutto un riconoscimento chiaro e preciso delle proprie emozioni e, di conseguenza, anche degli altri.
Scritto da: Letizia ManninoCene in famiglia ‘proteggono’ dal bullismo
L’AGI riporta la notizia di uno studio della McGill University, pubblicato sulla rivista Jama Pediatrics dal quale emerge che cenare regolarmente in famiglia puo’ contribuire a migliorare la salute mentale degli adolescenti e aiutarli a prevenire e affrontare il problema del bullismo.
Gli studiosi hanno intervistato 20mila adolescenti circa, misurando l’esposizione al bullismo e indagando sull’eventuale presenza di altri problemi di salute mentale, come depressione, ansia, uso di sostanze, autolesionismo, ecc. Inoltre i ricercatori hanno raccolto informazioni sulle abitudini in famiglia come ad esempio se i giovani cenavano o meno a casa. Dall’indagine sarebbe emerso che avevano più problemi gli adolescenti che cenavano meno spesso in famiglia; il che ha suggerito l’ipotesi che il contatto con la famiglia potrebbe essere di aiuto nel affrontare problemi come il cybebullismo. Però, precisano i ricercatori: “I risultati sono promettenti ma non vogliamo semplificare eccessivamente quello che abbiamo osservato. Molti adolescenti non fanno regolari pasti in famiglia, ma ricevono un sostegno in altri modi”. Fonte AGI – Leggi la notizia
Probabilmente il fattore protettivo non è dato tanto dal cenare o meno in famiglia ma dalle relazioni emotive che si vivono in una famiglia dove si cena insieme frequentemente. Quindi l’assiduità con cui si mangia a casa potrebbe essere intesa come un indicatore della qualità dei rapporti con le figure genitoriali e gli altri familiari. Pertanto l’aspetto centrale sarebbe costituito da quanto la famiglia riesce a rappresentare un punto di riferimento e un sostegno.
Scritto da: Letizia ManninoProgettare serve anche nella coppia
“Quando prendi una decisione fortemente motivata, discussa e negoziata, è più probabile che la mantieni”, dice Galena K. Rhoades, psicologa dell’università di Denver che con il collega Scott M. Stanley ha seguito 418 coppie prima e dopo il matrimonio. Secondo lo studio, di cui parla un articolo pubblicato sul ‘Corriere della Sera- 27°ora’ durano più a lungo le coppie con maggiore progettualità che non quelle che si lasciano più traportare dalla corrente. Pare che nel matrimonio serva la stessa dote che occorre a un manager, cioè la capacità di prendere decisioni, di scegliere con consapevolezza, di saper progettarsi la vita, passo dopo passo.
Dallo studio emergerebbe che hanno basi più solide i matrimoni celebrati con molta partecipazione di familiari e amici. Inoltre, contrariamente a quanto spesso si pensa, avere precedenti esperienze di convivenza con altri partner potrebbe talvolta costituire un ostacolo alla riuscita del matrimonio; in questo caso infatti ci sarebbero minori problemi di confronti e paragoni con altri rapporti. Fonte: Corriere della Sera – 27° ora
Scritto da: Letizia Mannino6 ragazzi su 10 dormono con il cellulare
L’ANSA riporta la notizia di una ricerca dal titolo ‘Messaggiami, sto solo dormendo’ condotta dai pediatri della Geisel School of Medicine di Dartmouth e pubblicata su Family and Community health. Dall’indagine risulta che il 62,9% dei ragazzi dai 12 ai 20 anni porta, quando va a dormire, il telefono cellulare nel letto; il 57% dei giovani lo tiene acceso e il 45,7% lo usa some sveglia mentre il 36,7% messaggia durante la notte e circa l’8% viene svegliato dal suono degli sms in arrivo e fa fatica a riprendere sonno. Fonte: ANSA – Leggi la notizia
Interessanti i dati della ricerca, in considerazione dell’importanza che può avere il sonno ai fini dell’attenzione e della concentrazione nelle attività che si svolgono durante la giornata. Fattori importanti in tutte le fasi della vita ma che possono esserlo ancora di più nella fase di sviluppo e apprendimento; dove si acquisiscono anche gli stili e abitudini di vita.
Scritto da: Letizia ManninoLa pensione… nella coppia
Cosa accade nella coppia quando il marito va in pensione? Si è occupato di osservare il fenomeno l’istituto di ricerca indipendente IZA – con sede all’Università di Bonn; dallo studio è emerso che quando il coniuge va in pensione le mogli sono a rischio di presentare mal di testa, ansia, insonnia, in particolare in società con una divisione molto rigida dei ruoli in famiglia.
Secondo lo studio, ripotato dall’ANSA, contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, i sintomi, se anche la moglie lavora, possono essere ancora più accentuati.
Fonte ANSA – Leggi la notizia
Sull’argomento anche l’articolo su ‘La Repubblica’
Scritto da: Letizia ManninoIl compromesso… paradossale…
La prima parola…
Secondo uno studio inglese, notizia riportata dall’ANSA, la prima parola pronunciata da un bimbo inglese su otto non è più la tradizionale e emozionante mamma e/o papà bensì tablet. A riferirlo sono stati gli stessi genitori attraverso un sondaggio che ha coinvolto 3614 persone circa; gli intervistati hanno lamentato di avere sentito per la prima volta la voce del loro piccolo che si rivolgeva al tablet e non a loro…
Fonte ANSA – Leggi la notizia
Scritto da: Letizia Mannino