Tutti gli articoli di Letizia Mannino
Allarme cyberbullismo fra i minori
Adnkronos riporta la notizia ’Minori, allarme cyberbullismo: aumentano i casi rilevati dalla Polizia Postale’. Le segnalazioni per i casi di cyberbullismo sono in crescita ma l’aumento esprime anche una maggiore sensibilità e attenzione a denunciare il fenomeno. La tipologia di reati va dallo stalking alla diffamazione online, ingiurie, minacce, molestie, via mail, sui social e telefoniche, e poi furto di identità digitale e diffusione di materiale pedopornografico.
Per Elvira D’Amato, vice questore aggiunto della Polizia Postale ‘C’è un’emergenza sociale per quanto riguarda i modelli di riferimento dei minori. Ci sono modelli violenti nei giochi, nella pubblicità e nei cartoni animati che inculcano una normalizzazione della violenza e che a lungo andare incidono” . (Fonte Adnkronos)
Per approfondire il tema del cyberbullismo:
Scritto da: Letizia ManninoLa ‘povertà’ nella separazione
Il settimanale Panorama ha pubblicato l’articolo ‘Separati divorziati Rovinati” che illustra alcuni dati economici sulle seprazioni/divorzi e descrive la situazione a cui sempre più di frequente si va incontro quando si chiude un matrimonio, per gli uomini in particolare.
Dal punto di vista economico molti ex mariti sono messi in notevole difficoltà dagli assegni di mantenimento, impossibilitati a mantenere due case. Dall’altra parte è presente anche il problema delle mogli a cui non viene invece corrisposto l’assegno anche se l’ex partner non ha difficoltà economiche. Purtroppo le conseguenze economiche possono assumere caratteristiche di emergenza come accade nei casi sempre più frequenti di separati che mangiano alla mensa dei poveri, sono in lista per un alloggio temporaneo dal Comune o addirittura devono dormire in auto.
Il presidente dell’AMI (Associazione Matrimonialisti Italiani) spiega nell’articolo di Panorama come l’affido condiviso non ha cambiato nulla perché nella maggioranza di questi affidi le madri sono ‘collocatarie’ e quindi tengono i figli con loro e anche l’appartamento.
Al problema economico della separazione si aggiunge la difficoltà di mantenere i rapporti con i figli che talvolta porta i padri a rinunciare nella speranza di riprendere una frequentazione quando magari il figlio sarà più grande e più autonomo dalla madre. (Fonte: Settimanale ‘Panorama’)
Scritto da: Letizia ManninoBimbi prematuri: la mamma come ‘cura’
Un altro studio che mette in evidenza l’importanza della relazione per lo sviluppo dei neonati, anche per i nati prematuri.
Più specificamente la ricerca condotta dalla Brigham and Women’s Hospital di Boston (Stati Uniti) e pubblicata sulla rivista Pnas ha dimostrato come bambini nati prematuri e in incubatrice a cui per 3 ore giorno, oltre al contatto con la madre, veniva fatto ascoltare la sua voce e il battito cardiaco (attraverso l’installazione di altoparlanti) sviluppavano maggiormente la corteccia uditiva rispetto a un gruppo di controllo che veniva seguito con metodi standard.
Fonte La Stampa, Bimbi prematuri: voce e battito del cuore della mamma aiutano il loro cervello a crescere
Scritto da: Letizia Mannino‘Bambini sicuri a casa’
Curata dal Ministero della Salute è uscita la Guida ‘Bambini sicuri a casa‘ rivolta ai genitori ma non solo, a tutti i familiari, a baby sitter, maestre e a tutti coloro che si occupano dei bambini.
La Guida fornisce indicazioni volte a prevenire rischi per i più piccoli cercando di mantenere un adeguato equilibrio tra il controllo esercitato sui figli e il lasciare loro una sufficiente autonomia così da permettergli l’esplorazione dell’ambiente. In questo senso cercare di prevenire situazioni pericolose vuol dire permettere ai bambini di muoversi con maggiore ‘sicurezza’ e autonomia nell’ambiente della casa o in altri contesti in cui soggiornano.
Fonte immagine e notizia Ministero della Salute
Scritto da: Letizia ManninoRagazzi in ansia per la matematica
L’articolo ‘Ragazzi troppo ansiosi in matematica. Ci vogliono insegnanti più preparati’ pubblicato dal Corriere della Sera fa riferimento alla rilevazione sulle competenze pubblicata dall’Ocse e in particolare sulle difficoltà di apprendimento della matematica. Risultano come elementi critici non tanto gli aspetti di competenza o di attitudine ma piuttosto aspetti emotivi e relazionali come ansia, paura della competizione e del confronto. Quanto emerge dall’Ocse è importante perché sposta l’attenzione sulle componenti emozionali e relazionali che possomo entrare in gioco nell’apprendimento.
L’Ocse sembra puntare l’attenzione sugli insegnanti ma può svolgere un ruolo importante anche la famiglia; quest’ultima può contribuire a prevenire l’ansia dei ragazzi prestando attenzione all’atteggiamento che assume verso il contesto della scuola. Se per esempio i genitori enfatizzano molto i risultati (i voti) si rishia di favorire un ansia da confronto perchè l’attenzione dei ragazzi viene più orientata verso il giudizio che non al processo di scoperta che dovrebbe essere insito nell’apprendimento. Inoltre, sempre se i genitori pongono troppo attenzione ai voti, i ragazzi possono mettere in relazione il risultato scolastico con l’approvazione familiare con il rischio di sviluppare ulteriore ansia per paura di deluderli.
Quindi l’attenzione non andrebbe posta solo sul metodo di insegnamento che pure è fondamentale ma sugli aspetti emotivi che portano gli alunni ad avvertire il confronto con i compagni come un pericolo.
Per approfondire:
Sulla correlazione fra apprendimento e aspetti emotivi:
Letizia Mannino, Il modello delle ‘teorie implicite dell’intelligenza’ di C.S. Dweck
Scritto da: Letizia ManninoI segnali dal primo appuntamento
In ocasione di San Valentino l’ANSA ha riportato la notizia di uno studio dell’Università del Kansas e pubblicato sulla rivista Journal of Nonverbal Behavior, che individua 36 indicatori che permetterebbero di capire se ci sono le condizioni per un corteggiamento già nei primi minuti di un appuntamento.
La notizia ANSA riporta anche alcuni degli atteggiamenti chiave di interesse che sono stati individuati dalla ricerca. (Fonte ANSA)
Gli indicatori messi in evidenza dalla ricerca probabilmente sono più utili ad un osservatore esterno che ai partner che stanno dialogando; questi inevitabilmente devono affidarsi alle sensazioni emotive che vivono nella situazione. Come mostra la vignetta la comunicazione di una coppia può essere più complessa e meno prevedibile…
Scritto da: Letizia ManninoIndicatori demografici ISTAT
NUMERO MEDIO DI FIGLI PER DONNA – ITALIA Anni 2004-2014
(*) stima. Immagine fonte Istat. Indicatori demografici. Stime per l’anno 2014
L’Istat ha pubblicato gli indicatori demografici relativi al 2014. Di seguito solo alcuni dati. Le nascite sono cinquemila in meno rispetto al 2013, livello minimo dall’Unità d’Italia.
Il numero medio di figli per donna è pari a 1,39, come nel 2013. L’età media al parto sale a 31,5 anni.
Calano le nascite da madri sia italiane sia straniere, con le prime che nel 2014 procreano 1,31 figli contro 1,97 delle seconde.
Il numero di nascite con madri italiane è caratterizzato da una sostanziale omogeneità territoriale, con un tasso di fecondità lievemente più alto nel Nord (1,32) rispetto a quella del Centro e del Mezzogiorno (1,29).
Fonte Istat
Scritto da: Letizia Mannino
La famiglia ai tempi della crisi economica
Come sta cambiando la famiglia in tempi di crisi economica? Secondo i dati Eurostat disponibili, riferiti al 2013, due giovani su tre fra i 18 e i 25 anni vivono in famiglia con i genitori; percentuale in aumento rispetto alla rilevazione del 2008 e doppia rispetto a Francia e Regno Unito.
Probabilmente la crisi non spiega totalmente il fenomeno perchè dalle rilevazioni emergerebbe che resta in famiglia anche una percentuale di giovani occupati.
Dall’indagine Istat sulle condizioni di vita emerge che i bisogni si ‘restringono’ e per la metà delle famiglie possono bastare anche 1500 euro per arrivare a fine mese.
Sulla valutazione del reddito ‘minimo’ pesano la regione di residenza (ad esempio al sud pone come soglia minima 1500 euro il 55,3% delle famiglie contro il 44,9% del Nord Ovest), la situazione lavorativa dei membri della famiglia e la presenza o meno di figli piccoli; per le famiglie con bambini solo il 27,3% considera sufficienti 1500 euro al mese.
Per approfondire:
Il Messaggero ‘Crisi, due giovani su tre vivono con genitori e famiglie “campano” con 1500 euro al mese‘.
La Repubblica ‘Crisi, sempre più giovani restano a casa con mamma e papà: in Italia sono 2 su 3‘
Scritto da: Letizia ManninoEvitare ‘le tecnologie’ per calmare i bimbi
Il quotidiano ‘La Repubblica’ riporta la notizia di uno studio condotto dai ricercatori della Boston University School of Medicine e pubblicato sulla rivista Pediatrics che mette in evidenza come l’uso di dispositivi digitali come tablet ecc. per calmare i bimbi piccoli potrebbe ostacolare un armonico sviluppo emotivo perchè non lasca ai bambini il tenpo che occorre per acquietarsi. Infatti, un intervento troppo immediato, o che cerca di distrarre il bambino senza comprendere i motivi del disagio, rischia di interferire con lo sviluppo della capacità di riconoscere e regolare le emozioni.
Inoltre per i ricercatori un ricorso eccessivo al tablet come modo per intrattenere il bambino può interferire con l’educazione all’empatia, con l’acquisizione delle competenze sociali e di problem solving; qualità che si ottengono principalmente giacondo e nelle interazioni con i coetanei.
Nell’articolo anche un breve commento di Jenny Radesky della Boston University al Telegraph dove dice: “Oggi i dispositivi mobili sono ovunque e i piccoli li utilizzano con maggiore frequenza già in tenera età. Ma l’impatto che questi nuovi schermi sta avendo sul loro sviluppo e comportamento è ancora relativamente sconosciuto”.
Fonte ‘La Repubblica’ – ‘No a Tablet e smartphone per calmare i bimbi’
Scritto da: Letizia ManninoMeglio parlare ‘normalmente’ con i bimbi
Il linguaggio che generalmente i genitori utilizzano per parlare con i bambini piccoli non aiuta la comprensione delle parole. E’ quanto emerge da uno studio, riportato dall’ANSA, condotto presso l‘Istituto Riken giapponese e il Centre National de la Recherche Scientifique (Parigi) e pubblicato sulla rivista Psychological Science che ha confrontato il linguaggio di un campione di mamme quando parlavano con il proprio bambino (di 18-24 mesi) e quando invece parlavano con un adulto.
L’analisi ha mostrato che l’indice di comprensibilità del linguaggio risultava maggiore quando le mamme si rivolgevano ad una adulto, quindi parlando ‘normalmente’, piuttosto che al figlio con le modalitità di adattamento che in genere vengono utilizzate dai genitori.
Fonte ANSA
Scritto da: Letizia Mannino