Tutti gli articoli di Letizia Mannino

Adolescenti: gli effetti di vedere i genitori

La sola vista dei genitori porterebbe i ragazzi a comportarsi in modo meno avventato e più riflessivo; il contrario di quanto avviene in compagnia dei coetanei. Questo tipo di reazione avverrebbe non solo per la paura concreta delle punizioni ma perché alla vista dei genitori si attiverebbero le zone del cervello deputate al controllo.

Uno studio americano ha sottoposto un piccolo campione di ragazzi tra i 16 e i 18 anni alla visione di 2 tipi di video: in uno venivano mostrate immagini dei genitori e nell’altro coetanei. Per valutare le reazioni alle immagini è stata utilizzata la risonanza magnetica a imaging (MRI).

Le scansioni della risonanza hanno rivelato alla vista dei genitori un aumento delle attività delle aree del cervello collegate alla consapevolezza e alla saggezza; l’area del cervello interessata sarebbe il precuneo, regione del lobulo parietale superiore coinvolto nella riflessione su sé stessi e in alcuni aspetti della coscienza.

Dallo studio emergerebbe quindi come a prescindere da un atteggiamento genitoriale punitivo la sola vista di questi favorisce i processi di riflessione su di sé nei figli.

Fonte notizia e immagine  Corriere della Sera, L’attitudine alla ribellione? Nasce (anche) dalla lontananza dai genitori

Scritto da: Letizia Mannino

Il divorzio breve

Cambia il divorzio in Italia. E’ stato approvato il divorzio breve. Quindi non saranno più necessari 3 anni per divorziare ma 6 mesi se la separazione è consensuale e al massimo un anno per quella giudiziale indipendentemente, in entrambi i casi, dalla presenza o meno di figli.

Fonte ANSA,  Divorzio breve è legge, ok definitivo dal Parlamento

Queste novità aiuteranno le coppie e le famiglie? O sono cambiamenti che avranno un impatto prevalentemente sul piano ‘legale’? E su quello emotivo e relazionale della coppia?

Scritto da: Letizia Mannino

Il dolore nei neonati

Un gruppo di ricercatori della Oxford University in uno studio pubblicato sulla rivista eLife ha dimostrato che i bambini piccoli non solo sentono il dolore ma sono anche più sensibili a questo degli adulti.

I ricercatori per valutare se e come le risposte al dolore dei bambini differivano da quelle degli adulti hanno effettuato delle scansioni cerebrali sul cervello di 10 neonati dai 23 ai 36 mesi.

Rebeccah Slate, una delle autrici dello studio, ha spiegato che “Ovviamente i bambini non possono riferirci la loro esperienza con il dolore ed e’ difficile dedurlo da osservazioni visuali.
In realta’, alcune persone hanno sostenuto che i cervelli dei neonati non sono sviluppati a sufficienza per sentire veramente il dolore e qualsiasi reazione e’ solo un riflesso. Il nostro studio fornisce la prima prova davvero forte che non e’ cosi'”.

Considerato che i bambini piccoli non sono in grado di comunicare come si sentono può essere difficile comprendere cosa provano e perchè. In questo senso risulta importante il ruolo ‘interpretativo’ che svolge l’adulto; infatti tanto più quest’ultimo riesce a rispondere in modo sintonico ai segnali del bambino tanto più questo imparerà via via a riconoscere sia i bisogni fisiologici (come fame, sete ecc) che quelli emotivi come paura, dolore ecc.

Fonte Notizia AGI, Neonati piu’ sensibili al dolore rispetto ad adulti

Scritto da: Letizia Mannino

MIUR, linee guida per il contrasto a bullismo e cyberbullismo

Sono state presentate le nuove ‘Linee di orientamento per il contrasto al bullismo e al cyberbullismo” elaborate dal MIUR e rivolte a famiglie, docenti e soprattutto studenti.

Il documento, inviato a tutte le scuole italiane, è stato elaborato con la collaborazione di Associazioni aderenti all’Advistory Board dell’iniziativa Safer Internet Centre e coordinate dal MIUR.

Nelle linee Guida è possibile trovare informazioni circa il bullimo, il cyberbullismo, e altre informazioni come,  le norme sul comportamento in rete, come tutelare la privacy, strumenti di segnalazione, dove trovare percorsi formativi per le famiglie e la scuola.

Per approfondire:

MIUR, Linee di orientamento per il contrasto del bullismo del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

www.generazioni connesse.it

Scritto da: Letizia Mannino

Come relazionarsi?

Ancora una ricerca che mette in evidenza come un uso eccessivo degli smartphone, o tecnologie in genere, sta rischiando di ‘invadere’ la vita relazionale portando a privilegiare la comunicazione ‘mediata’ a scapito del rapporto con coloro che sono presenti.

Uno studio della Penn State Harrisburg University e pubblicato dalla rivista Social Science Journal, rileva che la maggior parte degli studenti universitari non rinucia ai messaggini con lo smartphone anche in situazioni ‘estreme’ come in chiesa, mentre fa la doccia o durante l’intimità con il partner.

L’agenzia Ansa riferisce dello studio e riporta alcuni dati emersi dalle risposte ai quesionari: “oltre un terzo degli studenti dichiara di ricevere e mandare oltre 100 messaggi al giorno, e di controllare il telefono 16 volte all’ora. Il 90% ha affermato di aver messaggiato mentre mangiava, l’80% mentre era in bagno, il 70% al cinema e il 75% al lavoro o durante una lezione. Più basse, ma sempre significative, le percentuali di messaggiatori ‘estremi’. Il 7% ammette di averlo fatto durante il sesso, il 20% mentre era ad una funzione religiosa e il 10% a un funerale”.

Marissa Harrison, autrice principale della ricerca, spiega che la maggior parte degli intervistati pur affermando che è sbagliato inviare messaggi mentre si parla con qualcuno poi lo fa lo stesso…

Fonte Ansa, Durante sesso o funerale, per i giovani nessun limite messaggi 

Scritto da: Letizia Mannino

Così vicini e… così lontani e… viceversa

Sul quotidiano ‘La Repubblica’ un articolo, di Ilvo Diamanti,  I miei studenti che si guardano senza vedersi, che racconta della comunicazione ai tempi delle tecnologie. Un gruppo di studenti seduti intorno a un tavolo che però non sono in comunicazione ‘diretta’ fra di loro ma comunicano all’interno di una chat anche con altri ragazzi. Sono seduti allo stesso tavolo ma non si guardano, la loro attenzione è al tablet, allo smartphone…

E’ un immagine che si ripropone sempre più spesso ai nostri occhi e sulla quale vale la pena di riflettere….

Cosa sta cambiando nei rapporti fra le persone? Come si comportavano dei ragazzi intorno a un tavolo prima del diffondersi, nell’uso quotidiano, dello tecnologie?  Probabilmente i ragazzi  si sarebbero guardati negli occhi, avrebbero scherzato e interagito tra di loro. E’ vero che per i cosiddetti ‘nativi digitali’ le tecnologie sono parte integrante della vita, ma il fatto di avere familiarità con le tecnologie spiega tutto?  situazioni come quella citata, questo modo di ‘relazionarsi’ con gli altri, sempre più frequentemente riguardano anche le persone per le quali lo smartphone, ecc, sono entrati più tardi nelle loro vite. Se si lascia che le comunicazioni ‘mediate’ prendano sempre più spazio anche nelle relazioni ‘vicine’, amicali, familiari e amorose forse si corre il rischio di riuscire a tenersi in contatto con qualcuno che si trova lontano ma di perderlo con qualcuno che invece è vicino… di essere ‘soli’ pur stando in mezzo agli altri…

Immagine, ‘La colazione dei canottieri’ di Pierre A. Renoir

Scritto da: Letizia Mannino

Genitori sui social… i figli scappano…

A causa dei numerosi genitori che hanno un profilo Facebook pare che i figli tendono a ‘trasferirsi’ su altri social. Un‘indagine condotta dall’Halifax Digital Home Index sulle abitudini online di un campione di più di 2000 utenti rivela che molti nativi digitali si stanno spostando verso altre piattaforme meno frequentate dagli adulti come Twitter, Snapchat e Instagram perché in questo modo evitano di essere controllati dai genitori che si sono iscritti in massa al noto social network.

Interessante le differenze che emergono dall’indagine nell’uso degli smartphone nelle diverse generazioni: tra i nativi digitali almeno 1 su cinque consulta e interagisce con il telefonino quando è a cena con i famigliari, mentre solo l’1% degli adulti mette in atto questo tipo di comportamenti. Inoltre  un quarto dei ragazzi usa il cellulare per chiamare un membro della propria famiglia mentre si trovano entrambi nella stessa casa mentre utilizza questo mezzo di comunicazione solo il 5% dgli adulti.

Fonte, Corriere della Sera, Mamma e papà su Facebook? Allora i ragazzi chiudono il proprio profilo

Scritto da: Letizia Mannino

Giovani: web e sessualità

Uno studio condotto da Carlo Foresta del Servizio per la patologia della riproduzione umana dell’Azienda Università-Ospedale di Padova  che coinvolto  893 (18-20 anni)  studenti delle scuole superiori di Padova e provincia ha messo in evidenza che la sessualità per i giovani nativi digitali è sempre  più multimediale. I  giovani utilizzano sempre di più chat, siti porno e immagini erotiche scambiate via tablet o cellulari con il rischio che “la frequentazione abituale di questi spazi web allontani dal rapporto reale con altre persone, e induca precocità nell’orgasmo, autoerotismo spinto e calo del desiderio

Adnkronos Salute riporta alcuni dati della ricerca spiegati da Carlo Foresta “il 78% dei giovani è un fruitore abituale di siti porno, anche se l’abitudine al collegamento web varia da qualche volta al mese (29%) a più volte a settimana (63%), ogni giorno o più volte al giorno (8%), con una permanenza nei siti in media di 20-30 minuti”.

Lo studio ha messo anche in evidenza come la preferenza per la rete permetta di evitare le interazione, il dover conquistare qualcuno e il quindi il rischio del rifiuto; Pertanto potrebbe, talvolta, nascondere una difficoltà  nelle relazioni reali.

Fonte Adnkronos salute, Sesso in un click. Giovanissimi stregati da chat e siti porno, tra solitudine e calo del desiderio

E’ importante quest’ultimo aspetto messo in evidenza dallo studio dell’Università di Padova perché spesso si guarda alle tecnologie come se si trattasse semplicemente di un modo ‘nuovo’ e diverso di affrontare le relazioni mentre i rapporti ‘mediati’, talvolta, possono nascondere difficoltà relazionali; in questo caso non sarebbero tanto il frutto di una scelta ma di una sorta di evitamento.

 

Scritto da: Letizia Mannino

Bullismo o bravate?

Ancora un episodio dove i genitori intervengono in difesa dei propri figli e contestano i provvedimenti presi dalla scuola. Sul Corriere della Sera – 27° ora, un articolo di commento all’episodio avvenuto a Cuneo che vede coinvolti diversi ragazzi che durante una gita scolastica hanno preso di mira un compagno e mentre, si legge nell’articolo, il ragazzo era ubriaco, stanco, in pigiama, praticamente incosciente i compagni lo avrebbero denudato, depilato, messo in una vasca e altri comportamenti analoghi, filmando il tutto e mettendolo on line. La scuola avrebbe sospeso i ragazzi ma alcuni genitori hanno protestato scrivendo a un quotidiano per lamentarsi che il provvedimento era troppo duro e si trattava di una ‘bravata’, di ‘uno scherzo fra ragazzzi’ che dovevano risolvere fra loro.

Fonte Corriere della Sera Malmenano il compagno, la preside li sospende, i genitori protestano

Qual’è il limite fra bravata, scherzo e bullimo o violenza? Fino a che punto è opportuno che i genitori intervengano in difesa dei figli e quando invece è necessario e doveroso che prendano posizione, riconoscano che i figli hanno sbagliato? Quanto è importante che scuola e famiglia perseguano posizioni educative condivise, dove sia possibile per i ragazzi riconoscere ciò che è giusto e ciò che è sbagliato?  Scuola e famiglia non dovrebbero essere alleate nell’insegnare ai giovani il rispetto per sè e per gli altri?

Scritto da: Letizia Mannino

I bambini ‘conoscono’ le ‘leggi della fisica’

L’agenzia di stampa ANSA riporta la notizia di uno studio dalla John Hopkins University di Baltimora, pubblicato sulla rivista Science, dal quale risulta che i bambini nascono con un’innata comprensione di come il mondo funziona; gli aspetti presenti dallla nascita e l’educazione interagiscono quindi insieme nel processo di crescita e sviluppo dei bambini.

I ricercatori hanno osservato come bambini di 11 mesi rispondevano ad alcune situazioni insolite come, per esempio,  una macchina giocattolo che camminava su una mensola e rimaneva a mezz’aria senza cadere anche quando la mensola era terminata. In questi casi i bambini manifestavano sorpresa e osservavano per un tempo più lungo la situazione rispetto a quelle in cui accadeva ciò che si poteva aspettare per le leggi della fisica come, nel caso dell’esempio, che l’automobilina cadesse a terra.

Fonte ANSA, La ‘conoscenza base’ del mondo e’ innata

Per approfondire ‘Le Scienze’, La sorpresa stimola l’apprendimento nei bambini piccoli

Scritto da: Letizia Mannino