Tutti gli articoli di Letizia Mannino
Social e stress emotivo
Sono sempre più dibattuti i potenziali effetti negativi dell’uso intensivo dei social media da parte degli adolescenti, soprattutto quando non è accompagnato da una conoscenza adeguata dei loro meccanismi di funzionamento. Il fatto che, attraverso algoritmi, i social propongano contenuti in linea con gli interessi e le curiosità dei ragazzi può generare l’illusione di sentirsi compresi, inducendoli a prolungarne l’uso, talvolta proprio nei momenti di maggiore vulnerabilità
In Francia cresce la preoccupazione per l’impatto dei social media sulla salute mentale degli adolescenti. Dopo la denuncia di alcune famiglie, un rapporto scientifico presentato all’Assemblée Nationale evidenzia un legame tra TikTok, disturbi alimentari e comportamenti autolesivi.
«Infatti, studi recenti dimostrano che la loro esposizione a contenuti violenti, sessualmente espliciti o umilianti inducono un’ansia crescente, soprattutto quando si accompagnano alla dinamica psicologica di una continua comparazione con gli altri» (fonte Corriere della Sera)
Senza una mediazione educativa, i ragazzi sono esposti a contenuti ansiogeni e confronti nocivi per la salute psicologica. Serve un’attenzione all’educazione digitale: famiglie e scuole devono formare coscienze critiche, prima che siano gli algoritmi a formarle…e in quest’ultimo caso purtroppo, le coscienze non sarebbero critiche…
Foto Pixabay
Scritto da: Letizia ManninoEsame di maturità 2025
Ecco arrivare la Maturità.. e il quotidiano La Repubblica, come altri quotidiani, dedica diversi articoli all’evento e riporta i risultati di un indiagine condotta su 641 studenti italiani che si preparano all’esame e da cui emerge che quasi 7 ragazzi su 10 pensano spesso di non essere abbastanza preparati, mentre il 61,9% dice di essere molto stressato per l’esame.
Sul quotidiano ‘La Repubblica’ un breve video dello scrittore Paolo Di Paolo con gli studenti del Mamiani di Roma
https://www.repubblica.it/cronaca/2025/06/16/video/di_paolo_con_i_ragazzi_della_maturita_2025_lansia_degli_adulti_genera_lanostrapaura-424671209/
Fonte La Repubblica del 17/06/2025
Foto Pixabay
Scritto da: Letizia Mannino
Indagine del Garante per l’infanzia sulla violenza ai minori
Nei giorni scorsi è stata presentata la III Indagine nazionale sul maltrattamento di bambini e adolescenti in Italia condotta da Terre des Hommes e Cismai per l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza la quale ha rivelato dati preoccupanti sull’incidenza di situazioni nelle quali i minori sono vittime di maltrattamento o comunque viene meno un’adeguata protezione dal punto di vista psicologico e fisico.
Altro dato preoccupante che deve far riflettere è che l’87% dei casi di maltrattamento avviene all’interno della famiglia, quindi proprio nel luogo dove bambini e adolescenti dovrebbero sentirsi al sicuro.
Altri dati forniti dall’indagine: il numero di bambini e adolescenti vittime di maltrattamenti è aumentato del 58% negli ultimi cinque anni, passando da 9 a 13 minori maltrattati ogni mille residenti, quindi il fenomeno è in crescita.
Le forme di maltrattamento più frequenti sono la trascuratezza (37%), seguita dalla violenza assistita (34%), ovvero l’esposizione dei minori a episodi di violenza domestica
Fonte: https://www.garanteinfanzia.org/maltrattamenti-aumentati-58
Foto pixabay
Scritto da: Letizia ManninoLa regolazione emotiva con i papà
Abbiamo visto in un precedente video l’esperiemento still face ideato da Ed Tronick, psicologo clinico e neuroscienziato dello sviluppo,L’esperimento “Still Face” dimostra quanto sia fondamentale per i neonati ricevere risposte emotive dai loro caregiver. Quando un genitore, in questo caso il padre, interrompe improvvisamente l’interazione emotiva, il bambino mostra segni di disagio, cercando di ristabilire la connessione. Questa reazione sottolinea l’importanza del coinvolgimento emotivo dei padri nello sviluppo sano del bambino. In precedenza abbiamo visto l’esperimento condotto con la mamma ma ormai da tempo gli studi sull’attacamento studiano il ruolo dei padri.
Nel video pubblicato su you tube vediamo l’esprimento still face con l’interazione fra dei papà e i loro bimbi con la spiegazione di Richard Cohen
Foto Pixabay
Scritto da: Letizia ManninoStill Face: la mamma come ‘regolatore’ emotivo
Scritto da: Letizia ManninoRegolazione emotiva: il potere dello sguardo
Il cellulare fa perdere la connessione
Relazione genitori-bambino: gli effetti dell’uso dello smartphone
Si parla tanto dell’uso dei cellulari da parte dei giovanissimi e spesso si trascura il ruolo dell’uso dei cellulari da parte dei genitori. Una recente ricerca delle Università di Pavia e Bicocca di Milano insieme all’Irccs Mondino dimostra che se i genitori vengono distratti dallo smartphone mentre trascorrono del tempo con il piccolo finiscono per distogliere l’attenzione da lui (come invece accade nell’immagine) e questo comportamento può disturbare notevolmente le primissime relazioni tra i genitori e il neonato, producendo in lui una risposta fisiologica assimilabile allo stress fisico o mentale. La garante per l’infanzia Marina Terragni, in un articolo su Avvenire ricorda che si tratta di un dato che emerge dall’osservazione quotidiana: «Tutti vediamo spesso giovani madri e padri spingere il passeggino senza distogliere lo sguardo dallo schermo, trascurando quell’attenzione e quella comunicazione non-verbale, occhi negli occhi con il bambino, decisive per l’evolversi della relazione e per lo sviluppo della personalità. La dipendenza dal digitale, dunque, può danneggiare i bambini anche quando a esserne colpiti sono i loro genitori». La dinamica descritta può essere ulteriormente problematica se il bambino cerca di attirare inutilmente l’attenzione di un genitore che si trova impegnato con il cellulare o, altra situazione, se una chiamata dovesse interrompere un’interazione in corso genitore-bambino.
La dipendenza dal digitale, dunque, può danneggiare i bambini anche quando a esserne colpiti sono i loro genitori. Secondo la ricerca citata nove italiani su 10 non lasciano passare un’ora senza controllare più volte lo smartphone e il tempo trascorso online supera in media cinque ore e mezza al giorno.
La ricerca
La ricerca è stata condotta osservando 38 interazioni tra altrettante donne e i loro figli a 3-4 mesi dal parto evidenziando appunto che l’uso dello smartphone da parte dei genitori, comportando frequenti interruzioni, può disturbare le prime relazioni genitore-neonato. Lo studio inoltre ha voluto approfondire la differenza tra interruzioni nel gioco fra genitore e bimbo dovute e l’uso del cellulare e per altre attività facendo emergere che se da un lato entrambe le forme di distrazione hanno generato nei bambini segni di disagio, solo quella di natura digitale ha innescato una risposta fisiologica riconducibile all’attivazione del sistema nervoso simpatico (che si verifica in situazioni di stress fisico o mentale). Ne consegue che i momenti in cui i piccoli si sono sentiti più trascurati sono stati proprio quelli in cui le madri apparivano totalmente assorbite dallo smartphone.
La Garante per l’infanzia
Prosegue la garante dell’infanzia che la scuola può avere un ruolo importante nel creare un tempo ‘sconnesso’ in orario di lezione; limitazioni per l’età del primo accesso ai social network possono ridurre notevolmente i danni prodotti da un contatto precoce. E ancora contina la garante nel dire che l’imprinting della personalità si produce in famiglia fin dalle prime interazioni e pertanto la famiglia non può deresponsabilizzarsi di fronte a una sfida decisiva per la salute fisica e mentale delle nuove generazioni delegando importanti compiti educativi ad attività legate ai device. Conclude l’Autorità garante: «Il miglior presidio contro gli enormi danni causati da un’‘infanzia basata sul telefono’ (phone-based childhood, come la definisce Jonathan Haidt, autore del bestseller La generazione ansiosa) è una famiglia non-basata sul telefono».
Scritto da: Letizia ManninoParliamo anche di loro…i giovani caregiver
Il mondo dei giovani è complesso e variegato e ci sono anche loro, i giovani che sono impegnati in famiglia nella cura di qualche familiare. Si trovano a svolgere il ruolo di caregiver e ad assumersi la responsabilità di prendersi cura di un genitore, un nonno o un fratello in difficoltà. Secondo dati Istat in Italia sono 391 mila ragazze e ragazzi tra i 15 e i 24 anni, un numero in crescita; le patologie di cui spesso devono occuparsi sono disabilità fisiche e mentali, malattie oncologiche, disturbi di salute mentale e patologie croniche invalidanti che talvolta richiedono un impegno che li costringe a sacrificare le attività della loro età come scuola, amici e tempo libero. Ragazze e ragazzi che richiedono un’attenzione perché possono trovarsi ad avere difffciola a riconoscere le loro esigenze e che cercano magari di nascondere il loro disagio perché impegnati nell’assistenza e per non diventare ulteriore fonte di preoccupazione per i familiari.
Fonte: L’invisibilità dei giovani caregiver, di Valentina Di Mattei, Corriere della Sera
Scritto da: Letizia Mannino
Genitori e figli a confronto
Gli adulti non comprendoni i ragazzi…è quanto sembra emergere dall’indagine demoscopica ‘Adolescenti in Italia: che cosa pensano gli under 18 e cosa dicono gli adulti’ Promossa da Con i bambini e condotta dall’Istituto Demopolis.
Dalla ricerca emerge che i ragazzi non si sentono compresi dagli adulti. Solo alcuni cenni su quanro emerge ma si consiglia di guardare i grafici perché possono essere interessanti per riflettere sull’argomento e magari discuterli insieme con i figli adolescenti.
Alcuni dati: i ragazzi ritengono che gli adulti non capiscono le differenze del periodo attuale rispetto ad anni precedneti (49%), non si sentono capiti nelle loro idee 46% e nelle loro priorità (43%). Un altro argomento di incomprensione è il rapporto con la rete e i social : per l’84 % dei genitori quella da web, smartphone e tablet è una perciolosa dipendenza mentre solo il 22% dei ragazzi vede un rischio. Un altro elemento su cui riflettere è che la maggìoranza dei genitori ritiene ritiene di sapere cosa facciano i figli on line ma vengono smentiti dal 70% degli adolescenti che ritiene non lo sappiano. Anche la valutazione del tempo trascorso on line differisce tra genitori e figli così come altri comportamenti..
Ma si cosiglia di leggere l’indagine …
Scritto da: Letizia ManninoAdolescenti on line: Safer Internet Day
Oggi 8 febbraio giornata del Safer Internet Day sono state organizzate diverse iniziative per parlare della sicurezza online. Per l’occasione Doxa Kids ha condotto un’indagine per telefono azzurro. I dati sono molto recenti perchè La ricerca di Telefono Azzurro è stata condotta tra il 25 gennaio e il primo febbraio 2022 e ha coinvolto un campione di 855 genitori e 815 giovani tra i 12 e i 18 anni.
Cito solo alcuni dati che meritano attenzione e rinvio alla consultazione della ricerca. L’indagine ha approfondito in particolare il cosiddetto binge-gaming, ovvero l’uso compulsivo dei videogiochi. Dalla ricerca emerge che oltre la metà dei giovanissimi (53%) gioca online da una a 3 ore al giorno.
Tra le maggiori paure dei genitori c’è il timore che i figli possano essere adescati a scopo sessuale(63%) e per il 38% che possano essere vittime di bullismo o parteciparea a sfide pericolose (per il 29%). Inoltre gli adulti temono che i ragazzi possano condivdere dati personali (21%) o ricevere richieste di invio di foto intime (25%)
Interessanti anche i dati sull’influenza che le abitudini online hanno sulla vita di relazione dei giovani.
Per il 67% dei giovani, internet ha influenza sulle relazioni amicali, sulla reputazione (58%) e sulle relazioni sentimentali (72%). Per il 70% dei genitori il tempo che i figli trascorrono on line influisce sulle relazioni amicali e per il 48% sulle trelazioni senimentali.
Vale sempre la pena ricordare che le tecnologie e i social ormai fanno parte delle nostre vite, e quindi è ancora più importante prestare attenzione all’uso che ne viene fatto. Per questo è necessario attuare un’educazione alle tecnologie, in famiglia e a scuola, considerando non solo i tempi ma anche i modi di utilizzo; è importante, infatti, che si educhi a un loro uso corretto e rispettoso.
Fonti:
Italian tech, Amicizie, binge gaming, acquisti online e il caos sul metaverso: cosa fanno gli adolescenti on line.
Foto Pixabay
Scritto da: Letizia Mannino