Bambini super impegnati in molteplici attività, studio delle lingue, musica, attività sportive ma che hanno una difficoltà grave:  non riescono a socializzare, non sanno giocare con i coetanei. Questa carenza comporta un problema perché per entrare nelle scuole prestigiose giustamente servono anche le capacità relazionali; e allora cosa fare? Si trovano educatori che insegnino a giocare … Pare che tra le famiglie dell’alta borghesia di Manhattan succeda proprio questo. Tra le numerose attività che impegnano le giornate dei bambini adesso c’è anche imparare  l’”arte” del gioco.  Ma i bambini non dovrebbero avere bisogno che gli si insegni a giocare ma piuttosto che gli si lasci il tempo anche per giocare e avere qualcuno con cui giocare.  Giustamente nell’articolo “Ma quali lezioni di gioco. Almeno nel divertimento lasciamo liberi i bimbi” si legge che forse quei genitori non hanno pensato di chiamare degli amici con figli per farli giocare o meglio ancora di giocare loro con i propri figli …

fonte: http://www.ilgiornale.it/news/interni/quali-lezioni-gioco-almeno-nel-divertimento-lasciamo-liberi-937396.html

Le difficoltà che incontrano questi bambini nel giocare con i coetanei possono essere dovute ad un eccesso di organizzazione e pianificazione delle giornate in attività che alla fine lasciano poco spazio al gioco. Invece è anche giocando che i bambini imparano a socializzare. Non ci dovrebbe essere bisogno di insegnare a giocare … piuttosto si impara giocando …

Purtroppo con una certa frequenza si osservano dei tentativi di risoluzione di un problema che non sono altro che un perseverare nei comportamenti che hanno prodotto il problema stesso … in questo caso, incrementare le materie di insegnamento!

Di: Letizia Mannino

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