Uno studio condotto dagli psicologi  dell’Università di Pittsburgh e pubblicato su Child Development mette in evidenza come i figli di genitori che utilizzano minacce e coercizioni hanno un più alto rischio di interrompere gli studi.
Parla dell’indagine il quotidiano ‘La Repubblica’ nell’articolo “Se i genitori sono troppo severi il rischio è che il figlio abbandoni gli studi” . Gli autori dell’indagine hanno seguito per nove anni  più di 1400 adolescenti – maschi e femmine – con origini diverse sia dal punto di vista etnico, geografico e socioeconomico.  Il campione, a partire dai 12 anni e fino ai 21, è stato periodicamente sottoposto a interviste e questionari riguardanti sia lo stile educativo dei genitori che le relazioni con i coetanei; è stato preso in esame anche il comportamento nella sfera della sessualità e eventuali atteggiamenti di tipo violento, o anche delinquenziale.

I dati raccolti avrebbero indicato che i ragazzi con genitori molto severi finivano più di frequente  per essere svogliati a scuola e tendevano a privilegiare le attività con i coetanei. Per esempio, i giovani che in seconda media ricevevano un’educazione rigida, trascorsi due anni riferivano che la relazione con gli amici era la piu importante e veniva prima delle responsabilità, compresa quella di rispettare le regole familiari. Intorno ai 16-17 anni sempre gli stessi giovani erano più rischio di attività sessuale precoce (le ragazze), di essere coinvolti in risse o di compiere piccoli furti (i ragazzi prevalentemente). Emerge come i giovani che vivono un clima troppo severo in famiglia evitano più di frequente di fare i compiti e sono maggiormente disponibili d ainfrangere le regole pur di mantenere il rapporto con gli amici.

L’osservazione a 21 anni mostra come sempre questi stessi ragazzi abbiano più probabilità di avere abbandonato il liceo o il college rispetto a coetanei con ambienti familiari meno severi.

Rochelle F. Hentges – del dipartimento di psicologia di Pittsburgh e autore dello studio – spiega come i giovani che non hanno stabilito una relazione di attaccamento soddisfacente con i genitori più facilmente cercheranno le conferme e gli apprezzamenti – che non hano avuto in famiglia – dai coetanei.
In linea con i risultatii della ricerca Anna Oliverio Ferraris, docente di Psicologia dello sviluppo alla Sapienza di Roma, spiega:  «Questo studio longitudinale conferma su un campione vasto quello che constatiamo a livello individuale e clinico.  L’educazione autoritaria, diversamente da quella autorevole, evita il rapporto di fiducia, non chiede nemmeno spiegazioni, e punisce l’errore. Ma l’errore fa progredire, non inchioda a un giudizio.  L’aggressività umilia chi la subisce, che a seconda del temperamento o finisce per ribellarsi e rifiutare le regole, o per perdere l’autostima. È chiaro che il successo scolastico ne risente, in entrambi i casi». (Fonte, La Repubblica)

Anna Oliverio Ferraris chiarisce perchè, ai giorni nostri, un’educazione severa può creare i problemi citati quando in passato uno stile educativo più rigoroso era abituale:

«In passato quando era frequente una genitorialità più autoritaria, ci si rivolgeva ad altri adulti, in caso di incomprensioni familiari: erano parenti, zii, genitori di amici Queste figure oggi non si hanno più a disposizione, sono meno raggiungibili. È  chiaro allora che i coetanei possono assumere un valore maggiore. Il che può andare molto bene. Ma anche male, specialmente in contesti urbani particolarmente complessi».  (Fonte, La Repubblica)

Il riferimento alla relazione di attaccamento aiuta a comprendere l’apparente paradosso decritto dallo studio, cioe che un’ educazione rigorosa ed esigente invece di rendere i ragazzi più obbedienti e disciplinati  in realtà può portarli per reazione a trasgredire le regole genitoriali ed a far prevalere il bisogno relazionale con gli amici.

Quindi l’aspetto centrale sembra essere rappresentato da come il rapporto che si stabilisce fra genitori e figli permette lo sviluppo di un armonica relazione di attaccamento, dove le regole genitoriali possono essere inserite all’interno di un legame sentito come amorevole e supportante. In questa ottica si comprende perché anche una educazione troppo indulgente può costituire un problema; infatti anche in questo caso i ragazzi possono avere difficoltà a sentire le figure  dei genitori come figure adeguatamente rassicuranti e ‘protettive’.

Foto tratta da ‘Un medico in famiglia’
Di: Letizia Mannino

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