Da settimane siamo in emergenza per il Coronavirus e le nostre vite sono cambiate  e cambieranno a tanti livelli, in termini pratici e relazionali.  Per evitare il contagio (di contagiare e di essere contagiati) è necessario tenere il distanziamento sociale. Inevitabile avere la preoccupazione di ammalarsi o che stia male un proprio caro, amici e persone vicine.

Gli individui che si ammalano e risultano positivi al test, o che sono stati vicino a chi è positivo,  devono stare in quarantena e questo talvolta viene affrontato a casa propria con tutte le difficoltà che la situazione comporta.

E necessario proteggere le persone più fragili, ma questo si traduce di fatto nell’impossibilità di vederle.  Dobbiamo purtroppo allontanare proprio chi potrebbe avere più bisogno di una vicinanza.

Inoltre c’è il capitolo molto doloroso che riguarda l’impossibilità di stare accanto a chi sta male e a chi purtroppo decede. Tutti i gesti e i comportamenti con cui siamo abituati ad esprimere cura e affetto ai nostri cari, quando sono malati, per adesso sono ‘sospesi’.

Anche il personale  sanitario, come abbiamo letto, medici e infermieri,  in particolare al nord dove sono più impegnati a far fronte ai numerosi malati, sono costretti a ‘tenere le distanze’ da figli e familiari per evitare un possibile contagio.

Per riuscire a contenere la diffusione del virus è stato opportuno e necessario mettere la distanza fisica nelle situazioni sociali.

Contemporaneamente, in seguito alle limitazioni disposte dai diversi decreti, ci si ritrova molto ‘più vicini’ dentro casa. Le scuole sono chiuse e si è cercato il più possibile di favorire il telelavoro, lo smart working ecc. e di conseguenza le diverse attività vengono svolte  da casa

Pertanto le distanze aumentano all’esterno e spesso diminuiscono all’interno delle proprie abitazioni. Per molti questa è una esperienza piacevole, l’occasione per stare più tempo insieme ma non è sempre così. Intanto occorre riorganizzare gli spazi perché se non si vive da soli ognuno deve avere una postazione di lavoro; e se ci sono i figli anche loro devono avere degli spazi per seguire le lezioni e studiare.

Non tutte le famiglie hanno appartamenti con spazi adeguati. E quindi occorre ripensare gli ambienti. Tutto questo può essere anche divertente se in famiglia c’è armonia, ma purtroppo non sempre è così. Ci sono famiglie che devono far fronte a difficoltà di varia natura. E quindi occorre trovare un modo per non stressare troppo le situazioni. E quando è opportuno e necessario non bisogna esitare a chiedere aiuto.

Fin qui ho fatto riferimento a chi lavora da casa. Ma se pensiamo a tutte le attività che sono state chiuse non è difficile immaginare che tante persone in questo momento non hanno reddito o gli si è notevolmente ridotto. Pensiamo anche a chi aveva già un lavoro precario e magari in questa situazione lo ha perso. Quindi all’emergenza sanitaria si affianca una problematica economica che può mettere individui e famiglie in seria difficoltà.

Pertanto accanto all’emergenza più specificamente sanitaria vanno considerati gli aspetti emotivi, relazionali affettivi,  la gestione dei conflitti, il lutto, gli aspetti economici ed altro ancora, tanto più che non sappiamo la durata di questa emergenza.

Secondo un sondaggio condotto dall’Osservatorio Europeo sulla Sicurezza di Demos-Fondazione Unipolis il 73% degli Italiani ritiene che l’epidemia durerà alcuni mesi e  per il 16% ameno un anno.

Non sappiamo ancora quale sarà la durata delle limitazioni attuali e quali altri provvedimenti potrebbero essere ritenuti utili a salvaguardare la salute di tutti. Di conseguenza occorre preparasi anche emotivamente a far fronte ai provvedimenti e ai cambiamenti che si dovessero rendere via via necessari. Dovremo cercare di convivere con limitazioni, incertezze e paure.

Per adesso ho citato solo dei temi che attengono alla pandemia del covid 19 e alcuni di questi cercherò di approfondirli.

In questi giorni anche diversi quotidiani hanno pubblicato articoli che affrontano vari argomenti tra i quali: come spiegare ai bambini il coronavirus, come gli adolescenti affrontano la sospensione delle attività abituali, la paura della malattia e il lutto.

Letizia Mannino

Per approfondire l’indagine citata:

Osservatorio Europeo per la sicurezza

Fonte  immagine Pixabay

Di: Letizia Mannino

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