A chi non è accaduto di trovarsi in una conversazione avendo l’impressione che l’altro voglia solo parlare? In effetti non tutta la comunicazione è davvero volta a creare relazione. A volte, dietro tante parole, si nasconde un dialogo solo di facciata, dove non c’è un effettivo interesse verso l’altro.
Parla dell’argomento un articolo pubblicato dal quotidiano Avvenire che mette in evidenza l’importanza di educare bambini e ragazzi a una comunicazione efficace, volta a costruire reali relazioni. Di seguito alcuni segnali che indicano un comunicare scarsamente interessata al punto di vista dell’altro:
- Fare una sorta di monologo dove il discorso ruota sempre attorno a sé stessi, senza mai lasciare spazio all’altro.
- Assenza di ascolto attivo: si parla, ma non si recepiscono davvero le risposte o le emozioni di chi ascolta.
- Tono tendenzialmente negativo con lamentele, giudizi e visioni pessimistiche che non coinvolgono l’opinione dell’altro.
- Salti logici nel discorso, cioè passare da un argomento all’altro senza legami, interrompendo il filo della conversazione, possono segnalare che la persona è più impegnata in una sorta di sfogo e non pone attenzione a far si che le sue parole risultino comprensibili per l’altro.
- Assenza di un feedback, cioè non c’è attenzione al punto di vista dell’altro, pertanto non si pongono domande, non si lascia lo spazio all’espressione del punto di vista dell’altro ecc.
E’ importante saper prestare attenzione a queste modalità comunicative perché non sempre nascono da egoismo, ma spesso invece nascondono insicurezza, disagio emotivo o scarsa esperienza nelle relazioni. Il risultato, però, è lo stesso: il dialogo perde equilibrio e reciprocità. Però cogliere lo stato emotivo di chi comunica in questo modo può essere utile ad evitare di innescare circoli viziosi. Infatti nel caso in cui si assumesse un atteggiamento critico la persona insicura potrebbe avere una conferma alla sua idea di non essere mai compreso, per esempio, in questo modo il comportamento piuttosto che attenuarsi rischia invece di essere incrementato.
Ecco perché è fondamentale educare i ragazzi a saper comunicare; ma per poterlo fare prima di tutto noi adulti dobbiamo saperlo fare in modo efficace, mostrando attenzione verso l’altro e creando uno spazio dove tutti abbiano la possibilità di potersi esprimere. In questo modo la parola diventa strumento di conoscenza emotiva, di approfondimento e di connessione con l’altro.
Per approndonfire: Avvenire ‘Parola che costruiscono relazioni. Ecco come insegnarle ai nostri figli‘, di Caterina Majocchi